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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2012 alle ore 15:39.

Uno studio condotto dall’ Harvard Business Review condanna 64 tweet su 100, archiviandoli sotto la voce “noiosi”. Ciò significa che solo il restante 36% vale la pena di essere letto. I tweet poco intriganti sono composti, per il 39%, da messaggi appena passabili mentre la lettura del 24% è uno spreco di tempo. La ricerca è stata condotta con l’ausilio di 1'443 utenti che hanno analizzato e giudicato 43'738 tweet.
Sono stati premiati i messaggi divertenti e quelli che condividono informazioni o pongono domande. Anche i tweet auto-promozionali non sono da disdegnare, secondo il campione di utenti, purché includano un link. Tra i poco appetibili figurano soprattutto quelli che contengono critiche, lamentele e opinioni, le chiacchierate con altri utenti e i messaggi senza scopo pratico, come ad esempio i “buongiorno a tutti”, che mal si coniugano con la natura poco discorsiva del tecno fringuello.
C’è una sorpresa: i tweet con i quali gli utenti comunicano ciò che stanno facendo risultano indigesti, segnale chiaro che lo scopo primigenio di Twitter, col passare del tempo, ha subito una profonda metamorfosi. Il “What’s happening?” che ha contribuito a rendere celebre l’uccellino blu cambia accezione e, da “cosa sta succedendo (a te)?” diventa “cosa sta succedendo (nel mondo)?”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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