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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2012 alle ore 15:05.

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Ecco quindi il piano della Planetary Resources Per prima cosa sfruttare il catalogo già esistente dei 9.000 asteroidi molto vicini alla Terra e lanciare una serie di piccoli telescopi spaziali, privati anch'essi (e sarebbero i primi), per studiarli e poter separare quelli papabili per aprirci una miniera da quelli che invece non interessano. Poi andarci a fare con dei satelliti robot degli assaggi minerari e, se tutto va a buon fine, deviarne l'orbita e metterli in parcheggio attorno alla Terra, in modo da poterci aprire una miniera con più comodo. E siamo di nuovo dentro a Guerre Stellari, ma loro ci credono e ci mettono dentro un sacco di soldi, proprio tanti dato che un recente studio di fattibilità per l'Istituto per gli Studi Spaziali Keck ha calcolato che fare questa operazione con un asteroide da 500 tonnellate che fosse alla distanza della Luna, 400.000 chilometri da noi, costerebbe 2500 miliardi di dollari. Una cifra veramente "astronomica". Loro dicono che per essere remunerativo occorre arrivare, per questo recupero, a 100 miliardi.

È un calcolo molto ipotetico ma serio, dato che i soldi ce li mettono davvero. Certo la cosa interessante è che il tutto richiede lo sviluppo di tecnologie che oggi non ci sono e probabilmente potrebbero essere utili e rivendute per la nostra vita quotidiana.

Un unico grosso interrogativo: da un asteroide del genere, 500 tonnellate, si potrebbe estrarre, nel caso fortunato, molto più platino di quanto mai l'umanità abbia visto nella sua storia. Ma allora non è che il platino, che costa carissimo proprio perché è raro, crollerebbe di prezzo , distruggendo il business model dell'avventura ? Non sembrerebbe tanto complicato come ragionamento.

«No di certo» - ci risponde Stacey Tearne , portavoce della Planetary Resources - «noi non cerchiamo oro, ma platino e non per il valore attuale, ma per averne in quantità e poterne disporre senza problemi per farne celle solari, usarlo negli strumenti per medici, nell'elettronica e mille altri casi». Insomma benefattori dell'umanità ma con il loro giusto tornaconto. Qui d'altronde il rischio d'impresa è "stellare".

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