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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2012 alle ore 22:01.

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Quella di SlideShare è stata la seconda vita delle slide, adattate alla condivisione su internet e alla partecipazione del web interattivo: entra a far parte del social network LikendIn per circa 118,75 milioni di dollari, con un accordo che prevede un pagamento in contanti e azioni. È una storia che ha attraversato la Silicon Valley delle imprese 2.0 un passo indietro dai riflettori fino a raggiugere 29 milioni di visitatori unici, secondo le rilevazioni di comScore.

A guidare l'ex startup che ha reinventato le presentazioni professionali online è Rashmi Sinha: laureata in neuroscienze cognitive, ha abbandonato la carriera accademica all'università di Berkeley dove aveva un corso di interazione uomo-macchina, per contribuire al varo di una società di user experience: ha collaborato con grandi aziende del commercio elettronico e del software.

In seguito, ha fondato SlideShare con altri due imprenditori, Jonathan Boutelle e Amit Ranjan: due anni dopo è arrivato un round di investimento da tre milioni di dollari, quando aveva dimostrato di aver raggiunto un pubblico su internet. È una cifra limitata se paragonata agli investimenti degli ultimi mesi per accelerare la crescita di startup del web o acquisirle. Gestisce due uffici, a San Francisco e a New Delhi.

Rashmi Sinha è tra le poche donne ad aver concluso l'intera strada dalla fondazione di un'azienda web 2.0 al ruolo di amministratore delegato, fino alla vendita. Caterina Fake ha partecipato ai primi passi del social network per condividere immagini Flickr, poi venduto nel 2005. In seguito è diventata un'imprenditrice seriale: prima ha lanciato un motore di ricerca e da poco ha varato una mappa dove gli utenti possono prendere appunti e associarli a un quartiere o una strada.

Gina Bianchini, invece, ha iniziato con la finanza per approdare ai social network con Ning: era progettato per raccogliere in un singolo archivio reti sociali online di nicchia. Per anni è stata l'unica donna tra gli amministratori delegati dei social network, come Chris DeWolfe di MySpace o Mark Zuckerberg di Facebook.

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