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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2012 alle ore 12:25.

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(Corbis)(Corbis)

Se avete già sentito dire che le mucche sono una fonte di inquinamento atmosferico e contribuiscono al problema del riscaldamento globale a causa delle loro emissioni di gas, non vi stupirà troppo sapere che adesso gli scienziati hanno scoperto che lo stesso poteva succedere nel Triassico e nel Giurassico con i dinosauri. Fatte le proporzioni di stazza, anzi, è facile immaginare che i giganti della preistoria dessero un contributo ancora più abbondante in termini di metano (soprattutto) e altri gas prodotti nel loro intestino dalla digestione e dalle immense popolazioni di batteri che vi risiedono.

L'indagine sulle flatulenze giurassiche è stato condotto da tre serissimi cattedratici che si chiamano Graeme Ruxton, studioso di ecologia dell'Università di St. Andrews, in Scozia, David Wilkinson, i cui interessi spaziano dalla biologia alla paleoclimatologia e che lavora alla Liverpool John Moores University, e Euan Nisbet, che invece fa ricerca sui climi del passato al dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Londra. I tre sono partiti proprio dalle mucche: se oggi gli allevamenti sono presi in seria considerazione per spiegare il cambiamento climatico, che cosa poteva succedere quando a dominare il pianeta erano i sauropodi? La loro conclusione, pubblicata da Current Biology, rivista di riferimento del settore, è che «i dinosauri potrebbero aver prodotto più metano di quello che oggi viene immesso nell'atmosfera da tutte le fonti, sia quelle naturali che quelle create dall'uomo», come dice Wilkinson.

Ovviamente i tre studiosi hanno dovuto formulare parecchie ipotesi prima di poter fare i loro calcoli: quanto metano produceva un dinosauro, quanti dinosauri c'erano in circolazione e così via. Ma pur sapendo di basarsi su dati alquanto incerti, hanno applicato tutto il rigore possibile prima di trarre le loro conclusioni. Oggi non c'è nessuna animale da studiare per capire quanto gas poteva uscire quotidianamente dalla pancia di un gigantesco rettile erbivoro (perché solo degli erbivori stiamo parlando: i Tirannosauri carnivori erano bestie molto più pulite da questo punto di vista) 200 milioni di anni fa.

Però andando a esaminare le emissioni delle altre specie animali gli scienziati hanno capito che alla fin fine la cosa più importante non sono la dieta o la specie, bensì la dimensione. E la media dei sauri dell'epoca poteva essere attorno alle 20 tonnellate. E i bestioni si aggiravano in gruppi che andavano da pochi individui ad alcune decine per chilometro quadrato. Tirate le somme, il risultato arriva alla bella cifra di 520 milioni di tonnellate all'anno di metano, da confrontare, per esempio, con i 200 milioni di tonnellate stimati per la Terra di 150 anni fa, prima dell'avvento dell'industria, e con i 50-100 milioni di tonnellate all'anno attribuiti oggi agli allevamenti animali.

Ovviamente anche il clima dell'epoca era molto diverso da quello attuale. E gli scienziati non si sono ancora spinti a dirci che ruolo ebbero davvero i sauropodi nel condizionare la situazione climatica dei molti milioni di anni in cui scorrazzarono sulla Terra. Ma il metano è un potente gas serra, molto peggio dell'anidride carbonica come capacità di trattenere il calore e quindi l'effetto era stato sicuramente quello di provocare un surriscaldamento del pianeta, nonostante il punto di domanda lasciato alla fine del titolo dell'articolo di Current Biology: «Il metano prodotto dai dinosauri potrebbe aver aiutato il riscaldamento del clima nel Mesozoico?».

paolo.magliocco@videoscienza.it

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