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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2012 alle ore 10:23.

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Secondo l'Osservatorio di Assinform sulla PA, la governance dell'innovazione tecnologica nella PA e Sanità evidenzia la mancanza interoperabilità tra le amministrazioni, conseguenza di un'infrastruttura tecnologica diffusa a macchia di leopardo, e di un contesto normativo che non facilita. Inoltre ci sono problemi di tipo politico-organizzativo: proliferazione dei tavoli, difficoltà di rapporti Stato-Regioni-Autonomie Locali, mancanza di un forte impegno politico-culturale. Peccato, perché il costo della mancata interoperabilità pesa sui budget It della PA e della Sanità non meno del 5%, circa 156 milioni di euro. Inoltre, genera inefficienze di sistema difficilmente quantificabili, ma certamente rilevanti. I dati dell'Osservatorio rilevano la scarsità delle risorse assegnate ai vari livelli, e un trend della spesa decisamente in discesa. La spesa Ict si riduce infatti di oltre 700 milioni di euro tra il 2005 (6.296 milioni di euro) e le previsioni 2011 (5.578 milioni di euro), per un tasso di crescita medio annuo negativo pari al -2%. In particolare, per il periodo 2005/2011 un tasso di crescita medio annuo del -3,5% per la PA Centrale (il 55,4% della spesa totale), del -2,3% per la PA Locale e del -0,9% per le Regioni; positivo invece il dato relativo alla Sanità, (+2,4%).

Altro aspetto critico è la difficoltà delle amministrazioni di ottimizzare l'uso delle risorse finanziarie disponibili: almeno il 20% dei budget allocati non si traduce in spesa effettiva. L'Osservatorio rileva anche la forte criticità di tutta la filiera delle forniture, dalle gare, ai contratti, ai pagamenti. Una quota rilevante (21,5%) della spesa Ict di PA e Sanità viene affidata a società in-house, con lati positivi (le in-house rappresentano uno stimolo per il mercato PA) e negativi (le in-house assorbono una quota ampia delle forniture pubbliche che solo in parte riversano sul mercato, condizionandone l'andamento). E' difficile per i fornitori avviare con le amministrazioni un dialogo per una progettualità articolata e di medio termine. Eppure…Eppure operare uno switch-off verso il digitale, nella PA italiana, è possibile, come dimostrano i casi dell'Agenzia delle Entrate e dei maggiori enti previdenziali che hanno "switchato" in tempi brevi.

Nel segmento della PAC, permangono difficoltà di attuazione dei piani, mancanza di strumenti per controllo e valutazione delle attività, mancanza di un piano complessivo di formazione, pressione sui fornitori lato tariffe, con impatti sulla qualità del servizio, resistenze culturali a cambiamento e innovazione. Le principali sfide riguardano l'incremento dell'efficacia di processi e relazioni interne alle singole PA, di processi e relazioni tra pubbliche amministrazioni, di processi e relazioni tra PA e cittadini/imprese, attraverso lo sviluppo di nuovi servizi online.
Comuni e Province hanno quasi completato il percorso di informatizzazione per dotazioni tecnologiche di base, la vera criticità sta nella difficoltà di integrazione e scarsa interoperabilità dei sistemi. Per i ricercatori bisogna operare su revisione e digitalizzazione dei processi interni all'ente, aumento di condivisione e integrazione delle banche dati, incremento di interoperabilità e cooperazione applicativa tra enti.

Le Regioni si trovano, forse per la prima volta, di fronte alla necessità di far quadrare bilanci erosi in maniera rilevante dalla spesa sanitaria. Da qui, la necessità di un circuito virtuoso di cooperazione pubblico-privato, come è stato fatto in Emilia e Toscana con le community network con la realizzazione di un modello di governance misto e partecipativo.
Infine, la Sanità. Qui occorre superare la logica della frammentazione e della sperimentazione continua: i grandi progetti (quali il Fascicolo Sanitario Elettronico, i CUP centralizzati o federati, le reti di patologia) devono trovare lo slancio per la maggiore diffusione. Anche (e forse, soprattutto) in Sanità, il project financing può rappresentare lo strumento capace di accelerare l'innovazione superando i limiti imposti dalle scarse risorse finanziarie. L'importante lavoro di determinazione dei costi standard in Sanità, voluto dal Governo e condiviso con le Regioni, rappresenta la struttura portante intorno alla quale costruire un nuovo modello di sistema informativo sanitario.

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