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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2012 alle ore 17:36.

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Oggi è il secondo giro di boa per sperimentare il passaggio da ipv4 a ipv6: è una transizione che garantirà le connessioni a internet dei sette miliardi di abitanti nel mondo e anche dell'universo di oggetti che saranno abilitati a collegamenti in tempo reale, come accadrà nelle smart city. Chi navigherà online non dovrebbe accorgersi di nulla. Ma si tratta di un ulteriore gradino verso un'espansione senza precedenti.

Il protocollo ipv4 ha un limite teorico di 4,3 miliardi di indirizzi internet assegnabili. È un problema noto da tempo. Già il 6 giugno di un anno fa è stato sperimentato per un giorno il successore, ipv6, in contemporanea con il tradizionale ipv4: offre una quantità di indirizzi pari a 2 alla 128esima potenza, una cifra che equivale a 340 seguito da trentasei zeri. Scompare la preoccupazione di un limite per la crescita.

L'affiancamento si ripete oggi. E in alcuni casi sarà il momento per abilitare in via definitiva gli accessi con ipv6, oltre ai tradizionali ipv4: apriranno le porte sulle loro pagine principali i giganti del web come Google, Microsoft, Yahoo e Facebook. Parteciperanno due vendor di router, Cisco e D-Link, per i dispositivi che saranno installati nelle abitazioni. E sette fornitori di connettività online (isp) hanno deciso che almeno l'un per cento dei loro utenti d'ora in poi potrà collegarsi con la sesta versione di ip.

Entro otto anni saranno 50 miliardi i dispositivi agganciati a internet, secondo le previsioni di Cisco: diventeranno strategici per lo sviluppo delle smart city, a partire dalla gestione delle infrastrutture, delle abitazioni e della mobilità.

World ipv6 launch

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