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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2012 alle ore 10:38.

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Stando ai primi sei mesi dell'anno, il 2012 può facilmente guadagnarsi l'etichetta di annus horribilis per il rispetto dei diritti d'autore. Dal Global music summer Summit di Ischia il colonnello Cesare Forte della Guardia di Finanza tira le somme: nel corso del 2011 sono stati sequestrati 60.700 computer, 800mila file tra audio e video e 2 milioni di Dvd, numeri che sono lievitati nel primo semestre di quest'anno, toccando punte superiori anche del 50% rispetto ai primi sei mesi dell'anno passato. L'aumento riguarda soprattutto il sequestro di film, musica e videogiochi nel formato digitale, con la capacità quindi di essere sparsi a macchia d'olio anche sulla Rete, andando così a rendere il fenomeno ancora più vasto e, sempre secondo il Colonnello Forte "siamo praticamente al doppio dell'anno precedente".

La debolezza tra le maglie delle normative, la crisi congiunturale e la crescente diffusione della Rete sono indicatori utili a comprendere che questo trend potrebbe non invertirsi nel breve periodo. Vi è una discrepanza, secondo la Guardia di Finanza, tra le norme a tutela dei marchi (e del "made in Italy" più in generale) e quelle contro la pirateria che può essere combattuta solo con strumenti e pene più incisive.

La bocciatura di Acta e la quasi totale assenza di norme extra-territoriali che identifichino uno standard anche solo procedurale tra Stati diversi non aiuta. Non si tratta di demonizzare la Rete o chi, come Marco Polillo (presidente di Confindustria Cultura Italia) si scaglia con fermezza contro la pirateria, va piuttosto diffusa una cultura di più ampio respiro che riconosca anche al settore del lavoro intellettuale un'opportunità di rilancio – non solo economico – del patrimonio italiano.

Se la Rete assume (o perde) qualità in base ai temi che gli internauti decidono di portare in superficie e di amplificare, è pure opportuno che si lanci un segnale forte anche in questo senso. Segnale che non può esaurirsi nella corsa alla chiusura (e relativa riapertura) di portali e siti web. Un discorso che deve andare ben al di là di file torrent e P2P.

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