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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2012 alle ore 08:21.

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«Quello delle smart tv è un mercato frammentato in aree geografiche e distribuito in una coda lunga di contenuti: per gli sviluppatori software significa che avranno opportunità di progettare applicazioni disegnate per lingue e mercati locali», osserva Peter King, direttore dell'area connected home devices per Strategy Analitics: prevede che nel 2016 saranno spesi in Europa occidentale 1,5 miliardi di dollari attraverso le smart tv, ad esempio per vedere film o accedere a servizi. È una "coda lunga" che inizia con video e lungometraggi, seguiti in misura minore dalla musica. «Subito dopo decolleranno i router nelle case», aggiunge. È un primo passo verso un'abitazione costellata di oggetti connessi a internet e raggiungibili in tempo reale anche a distanza, da uno smartphone o un tablet.
Per anni i router sono stati piuttosto complessi da gestire per chi ha poca esperienza con software e hardware elettronico. Ma la diffusione delle piattaforme di cloud computing semplifica l'uso: pannelli di controllo unici rendono visibili smart tv, impianti hi-fi, laptop, videocamere collegate attraverso protocollo internet (Ip). E a breve gli elettrodomestici. Le applicazioni software sono chiavi strategiche. È Cisco a varare l'ecosistema Connect cloud: rileva quali dispositivi sono nelle vicinanze e permette l'accesso attraverso i router Smart Wifi (Ea2700, Ea3500, Ea4500). È anche una piattaforma per applicazioni progettate da altre aziende: le prime saranno pubblicate entro questo mese sulle vetrine per sistemi operativi iOs e Android. Come Hipplay: se, ad esempio, una persona è ospite da un conoscente potrà raggiungere video, fotografie, brani musicali archiviati su un tablet lasciato a casa, anche in streaming. Oppure Ip Camera Viewer per il monitoraggio a distanza. «Prevediamo un modello di condivisione dei ricavi con gli sviluppatori software: puntiamo a costruire nel lungo periodo un ecosistema di applicazioni per le abitazioni», dice Chris White, vicepresidente global sales di Cisco home networking. Non è un'iniziativa che parte dal nulla: a partecipare sarà la community di programmatori informatici costruita attorno ai router Linksys.
La posta in gioco è un territorio finora poco esplorato, quello delle app per la casa. A gestire il picco del traffico di dati negli spazi domestici è anche la categoria di router 802.11ac: i primi modelli sono sbarcati sul mercato con Netgear e Buffalo Technology. Cisco debutta ad agosto. «Il Wifi 802.11ac arriverà in due ondate: prima 1,7 Gigabit al secondo, e poi 2,4 al secondo», ricorda Carlo Terminiello, wireless expert di Cisco. È circa il triplo del precedente 802.11n. Ma richiederà che, ad esempio, computer portatili e tablet siano abilitati all'802.11ac, altrimenti utilizzeranno gli standard Wifi 802.11 a/b/g/n. La casa connessa è parte di una visione più ampia: da poco la Commissione europea ha aumentato i fondi previsti nel 2013 a 365 milioni di euro per le smart cities e communities, all'interno di partnership con le città nei settori delle smart grid per la gestione dell'energia, della mobilità urbana e di infrastrutture in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Eppure l'abitazione è anche lo spazio per un'altra grande trasformazione in atto, alimentata dalla generazione di dati connessi con il corpo: è il sé quantificato (quantified self). Per esempio, il peso di una persona su una bilancia diventa un'informazione monitorabile nel tempo e visualizzabile attraverso applicazioni software. Stephen Wolfram, presidente di Wolfram Research, per due anni ha archiviato i dati dei passi durante ogni giornata e li ha analizzati. Oppure, di recente un docente di scienze informatiche all'Università di San Diego, Larry Smarr, ha osservato per due settimane la sua alimentazione all'interno di un programma di ricerca decennale sulla costruzione di una rappresentazione del proprio corpo, a partire dalle informazioni rilevate con sensori e smartphone.
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