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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2012 alle ore 19:01.
È stata una corsa contro il tempo durata sei settimane: torna Digg e rinasce come una finestra per vedere quali sono le principali discussioni in corso online. Resta centrale la capacità di raccogliere gli articoli, come una sorta di gruppo di lettura dove costruire una visione d'insieme. La velocità della ripartenza, però, ha anche i suoi prezzi: gli utenti non possono aggiungere commenti e non hanno ancora una community di aggregazione. È presentato, con molta cautela, come "versione uno in preview". Quello che era uno dei primi successi del web 2.0 ha adesso alle spalle un nuovo motore di ricerca, Realtime, in grado di utilizzare i link abbreviati di bit.ly per trovare pagine rilevanti su Internet.
La storia di Digg risale a prima del decollo dei grandi social network globali. L'intuizione è stata di uno studente che ha abbandonato l'università per imparare a progettare software: Kevin Rose, questo il suo nome, immagina agli inizi degli anni Duemila uno spazio dove gli utenti possono segnalare gli articoli visti su Internet e costruire una loro prima pagina, sull'esempio dei giornali. Investe 200 dollari per pagare uno programmatore informatico e arrivare a una prima versione. Che sarà, appunto, Digg. Convince subito il pubblico online. E costruisce una community attiva: sarà un terreno di studio per i ricercatori delle università, interessati a capire i meccanismi delle reti sociali sul web.
In pochi anni Rose diventa milionario. Ma i tempi cambiano. A conquistare attenzione nella seconda metà degli anni Duemila sono i social network che allargano i confini al mondo, come MySpace, Facebook, Twitter. Digg vara un redesign ad agosto di due anni fa: è un insuccesso clamoroso e la partecipazione diminuisce. Servono a poco i successivi tentativi di rilancio. Rose viene assunto da Google e di recente è stato nominato venture partner nel gruppo di Mountain View. Digg, invece, viene venduto all'incubatore Betaworks per 500mila dollari, dopo aver ceduto asset per milioni di dollari in precedenti accordi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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