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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2012 alle ore 12:18.

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La Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) ha pubblicato sul proprio sito i risultati dell'indagine relativa al mercato discografico nazionale. L'immagine scattata da Deloitte riguarda il primo semestre 2012 e parla di una crescita di download e streaming pari al 43%, per un fatturato che rappresenta un terzo del comparto musicale dello Stivale. I download legali equivalgono al 61% dell'intero fatturato digitale (10,9 milioni di euro).

Bene il download di brani singoli (+48%) come quello degli album (+31%), gli introiti provenienti dal video streaming sono il doppio di quanto fossero nello stesso periodo del 2011. Orami è un trend accertato, considerando che nel 2010 il fatturato è stato di circa 22,5 milioni di euro diventati poco meno di 28 milioni a fine 2011; le previsioni per il prossimo 31 dicembre permettono di considerare un fatturato del comparto digitale superiore ai 30milioni.

A fare da inevitabile contrappeso il crollo della vendita di CD (-23%) che porta il giro d'affari dei supporti tradizionali a 35,7 milioni di euro, ovvero il doppio dei 17,8 milioni complessivi fatti registrare invece da download e streaming.

Se il download legale vive una fase di armonia, altrettanto non si può dire della pirateria che, come riporta una nota RIAA (Recording Industry Association of America) riguarda più lo scambio "offline" di materiale soggetto a copyright che la condivisione in rete. Il 65% dell'acquisizione musicale avviene al di là della soglia della legalità ma, mentre diminuiscono i prelievi via P2P aumentano considerevolmente (+6% tra il 2010 e il 2011) gli scambi "brevi manu".

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