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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2012 alle ore 12:42.

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Nella foto l'ingresso della Corte Federale di San Jose in Calfornia dove si tiene il processo Apple-SamsungNella foto l'ingresso della Corte Federale di San Jose in Calfornia dove si tiene il processo Apple-Samsung

Le udienze riprenderanno questa mattina (verso le 19 ora italiana), presso la Corte Distrettuale di San Jose. Ma nelle ultime 72 ore il processo che vede contrapposti i due giganti hi-tech ha conosciuto tappe significative – come testimoni sono stati sentiti fra gli altri il numero uno del marketing di Apple, Phil Schiller, e il capo di iOS, Scott Forstall – che sembrano confermare come le argomentazioni in possesso degli avvocati di Cupertino siano al momento più rilevanti e incisive nell'ottica della sentenza finale (prevista intorno al 20 di agosto) di quelle messe finora in campo dai legali del chaebol coreano. E in questa fase pesa ovviamente il rifiuto del giudice Lucy Koh di visionare immagini (alcune inerenti prototipi datati 2006) e contributi video parte integrante dell'azione difensiva di Samsung.
Se la società della Mela appare quindi in vantaggio nella corsa alla vittoria giudiziaria, iniziata con la richiesta monstre di risarcimento danni (2,5 miliardi di dollari) avanzata da Cupertino, è pressoché certo che anche la seconda settimana di dibattimento non sarà certo avara di ripicche, scaramucce e di azioni al limite, vedi per esempio la presunta distruzione di e-mail "compromettenti" operata dalla società asiatica (faccenda che Apple vorrebbe rendere pubblica alla giuria).

C'è però un rovescio della medaglia che potrebbe penalizzare non poco l'azienda californiana, e sull'argomento si è espresso nei giorni scorsi il Wall Street Journal. Per mettere all'angolo Samsung, questo l'affondo del quotidiano finanziario, Apple ha dovuto togliere il velo ad alcuni suoi segreti. Non solo i prototipi alla base della nascita di iPhone e iPad ma anche dettagli relativi alle strategie di sviluppo e vendita dei suoi dispositivi. Rivelando, in quest'ottica, come le spese in campagne di marketing e pubblicitarie per promuovere i suoi gioielli, nei soli Stati Uniti, siano ammontante a poco meno di 650 milioni di dollari in quattro anni per il melafonino e a circa 460 milioni in due anni per il tablet.
Fra le tante rivelazioni a sorpresa è arrivata per esempio la mail inviata dal capo della divisione Internet software and services della Mela Eddy Cue a Steve Jobs il 24 gennaio 2011, messaggio che confermerebbe come l'idea di un iPad con schermo da sette pollici (sempre osteggiata dall'ex Ceo di Apple) fosse un argomento molto dibattuto fra i vertici della compagnia. E da quanto emerso Jobs fu alla fine recettivo rispetto a un progetto che potrebbe concretizzarsi in autunno con il lancio del tablet Mini che sfiderà il Kindle Fire di Amazon e il Nexus 7 di Google.

Riflessioni e curiosità a parte, resta il fatto che giudici e giuria appaiono al momento più propensi a premiare le consistenti prove messe in campo da Apple piuttosto che la tesi di Samsung, basata sostanzialmente su un insieme di controaccuse mosse alla rivale per dimostrare come iPhone e iPad non siano il frutto della creatività degli ingegneri della Mela bensì di prodottti derivati da progetti e studi (di terzi) già esistenti. L'azienda californiana, da parte propria, ha insistito parecchio sulla linea accusatoria del reato di copia dei propri prodotti chiamando direttamente alla sbarra – per commentare una serie di documenti interni Samsung menzionanti i device di Cupertino - un manager dell'azienda rivale in servizio negli Usa, il Chief strategy officer Justin Denison
Secondo Apple, in poche parole, c'è traccia concreta della volontà del produttore coreano di emulare l'iPhone per rendere più appetibili i propri smartphone Galaxy S sia dal punto di vista del design che sotto l'aspetto dell'interfaccia utente e delle funzionalità software . I prossimi giorni dovranno confermare se la strategia processuale di Cupertino, debitamente corredata da elementi di prova, farà pendere definitivamente dalla propria parte l'opinione dei giurati e quella del giudice Koh, figura che in casa Samsung di certo amano poco.

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