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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2012 alle ore 18:37.

Fa caldo, molto caldo, e ora con l'invenzione di questi nomi tremendi agli anticicloni: Caronte, Lucifero e altro , sembra che faccia ancora più caldo. Ma la notizia non è questa, bensì che il "condizionatore d'aria" dell'emisfero Nord della Terra sta riducendo il suo potere rinfrescante, semplicemente perché si è ristretto parecchio. In altre parole i ghiacci del mare Artico sono a un minimo e probabilmente a fine mese raggiungeranno un poco invidiabile record di minima estensione in assoluto. Non è un fatto inatteso, spiegano gli esperti, nel senso che già nel 2011 si era arrivati ad un incollatura dal record stabilito nel 2007.
Di per sé il fatto non sarebbe importante più che tanto , se non fosse che l'estensione dei ghiacci su quello che consideriamo il cucuzzolo del mondo, dimenticando quasi sempre che c'è anche un Polo Sud e ghiacci anche dall'altra parte del mondo, è un fattore decisivo per il clima complessivo del pianeta, e nostro in primis.
Il record quindi non è di quelli invidiabili, ma pare sarà raggiunto, dato che a Ferragosto le misure, piuttosto precise, davano per l'estensione dei ghiacci la bella cifra di quasi mezzo milione di chilometri quadrati in meno del 2007 alla stessa data e quello, come detto, fu l'anno del record tuttora valido. Considerando poi che lo scioglimento dei ghiacci procede fino a metà settembre tutti sono concordi a dire che stavolta ci siamo.
Le misure si fanno dallo spazio, con i satelliti Cryosat, europeo, e IceSat, americano, che usano oltretutto tecnologie diverse, radar e laser rispettivamente, ma sono impiegati anche aerei a quote ovviamente più basse per controllo, si arriva a una precisione di 10 centimetri nella misura dello spessore del ghiaccio. Non diminuisce infatti solo la superficie coperta da ghiacci, con una stima, dal 2004, di quasi 1000 chilometri cubici all'anno in volume, ma anche il loro spessore. In Groenlandia per esempio, nella parte nord, si è quasi dimezzato arrivando a un minimo di 3 metri , che restano comunque tanti. Certo il rischio è che ci sia un effetto a retroazione e proprio la Groenlandia ne da un buon esempio con lo sciogliersi improvviso dello stato di permafrost e con il distacco di iceberg molto grandi, nelle settimane scorse ha destato impressione il "varo" naturale di uno grande come Manhattan.
Meno ghiaccio perché più caldo e quindi ancora più caldo e via con altro ghiaccio che si scioglie. Niente allarmismi ma molta attenzione e una comune convinzione: che non sia semplicissimo capire il futuro di questo fenomeno, quanta parte sia imputabile all'intervento umano sull'ambiente e quanto sia invece un fenomeno ciclico. Laura Koenig di Nasa Goddard , ad esempio, ricorda come ci sia un ciclo accertato di 150 anni per la diminuzione dei ghiacci artici. Effettivamente, se "Groenlandia" vuol dire "terra verde" un po' di ragione deve averla. Meglio però non usarla come scusa per riempire l'atmosfera di CO2 con la nostra maleducazione ambientale .
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