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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2012 alle ore 15:24.

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Sono stati alcuni messaggi di posta elettronica a far pendere la bilancia per un verdetto favorevole verso Apple nella battaglia legale con Samsung. A rivelarlo è un membro della giuria, Manuel Ilagan: con altri otto ha ascoltato testimoni, visionato documenti, esaminato le argomentazioni dell'accusa e della difesa per tre settimane.

Ieri ha raccontato al sito d'informazione Cnet che nella valutazione hanno pesato anche alcune email, dove all'interno del gruppo coreano veniva considerata l'aggiunta nei propri prodotti di feature simili alla Apple. Ha contribuito, inoltre, la visione di smartphone progettati dall'azienda asiatica prima e dopo il debutto sul mercato di iPhone. Samsung ha annunciato un ricorso contro la sentenza del tribunale di San Jose che condanna il chaebol coreano a pagare 1,05 miliardi di dollari a Apple.

La decisione dei giurati ha sollevato discussioni: hanno impiegato 21 ore, equivalenti a meno di tre giorni lavorativi. È un tempo piuttosto rapido per un caso complesso. Per velocizzare la procedura hanno esaminato una matrice in modo da vagliare ogni singola richiesta di giudizio sui modelli di smartphone. A sollevare contese è stato, inoltre, il luogo. San Jose, dove ha sede il tribunale, è un città nella Silicon Valley californiana e fa parte di un'area dove Apple ha mosso i primi passi grazie alle intuizioni di due giovani imprenditori, Steve Jobs e Steve Wozniak: hanno trasformato la loro passione in una startup che ha ottenuto successi sul campo.

E la loro storia è immersa ormai nella cultura locale. Anche la capacità dei giurati di comprendere argomenti tecnici è stata oggetto di dibattito: hanno ascoltato in tribunale dettagliate descrizioni sul design di prodotti e di applicazioni software. Ma quattro membri su nove della giuria avevano una formazione in materie tecniche o esperienze di lavoro nell'industria high tech.

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