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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2012 alle ore 08:19.

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«I mondi virtuali su internet sono il primo esempio di laboratorio economico nella storia dell'umanità. Possiamo analizzarli con il microscopio, vedere come funzionano gli scambi al loro interno, e così apprendere lezioni sul capitalismo. Su come combattere la crisi». Yanis Varoufakis è un economista di fama internazionale e uno dei più ascoltati analisti della crisi. Insegna economia all'Università di Atene. Celebre per aver denunciato già nel 2009 che la Grecia era insolvente, come gli riconosce «Business Week». E adesso si distingue anche per essere un economista con l'incarico ufficiale di analizzare i mondi virtuali. Gliel'ha dato Valve, nota software house americana (Half Life 2, Left for Dead, Team Fortress). L'economia dei mondi virtuali vale 2 miliardi di dollari ed è popolata da 90 milioni di giocatori, che si scambiano, comprano e vendono oggetti del videogame. «I mondi virtuali non hanno un sistema finanziario o un mercato del lavoro, almeno non per ora. Ma hanno un sistema di produzione – spiega Varoufakis a Nòva24 –. Le persone producono oggetti, li vendono; altri li comprano».
Ed è un'economia che cresce molto rapidamente, presenta fenomeni come le bolle speculative, «cose che hanno sorpreso gli stessi creatori dei mondi. Del tipo: un'ascia che all'inizio costava 50 cent è arrivata a essere scambiata per 2.500 dollari – aggiunge Varoufakis –. Significa che ci sono dinamiche forti e violente. E che i giocatori possono farsi male, se comprano durante una bolla. Da qui, Valve ha sentito l'esigenza di studiare le dinamiche economiche dei propri mondi e così magari regolarle».
Varoufakis non è il primo economista a studiare i mondi virtuali (si ricorda anche l'islandese Eyjólfur Guõmundsson, assoldato nel 2007 da Ccp Game), ma è probabilmente il primo a volerne trarre una lezione per il capitalismo. «Analizzare gli scambi di un mondo virtuale è un'opportunità inedita: è come essere un dio, è come essere il panopticon: hai traccia di ogni scambio, di ogni prezzo. Cosa impossibile nell'economia reale». «Impariamo quindi alcune cose in tempo reale, possiamo sperimentare». «Una lezione è che provi a limitare la quantità di denaro in questi giochi, per prevenire l'inflazione, ci sarà un crollo di prezzi, una deflazione. E tutta l'economia collassa. È successo con la valuta Bitcoin. Si apprende quindi che è importante un'opportuna fornitura del denaro». E ancora: «Finora l'economia classica si è basata su un'idea: se hai un mercato libero deregolato, prima o poi raggiunge l'equilibrium (uno stato in cui domanda e offerta si bilanciano perfettamente, ndr)». «L'economia dei mondi virtuali è nata spontaneamente e per ora è totalmente deregolata, eppure non c'è traccia di equilibrium; c'è anzi molto spazio per l'arbitraggio, le speculazioni». Come insegna la storia dell'ascia. Un'altra cosa che Varoufakis ha scoperto, nei giochi: in teoria, potremmo pensare che gli scambi qui siano "puri" al massimo livello, cioè totalmente impersonali e solo basati sull'interesse del dare e dell'avere, visto che gli utenti non si incontrano di persona. E invece Varoufakis ha notato molte "impurità". Cioè scambi dove il valore dell'oggetto si fonde con il peso delle relazioni sociali. Per esempio, una persona può fare una transazione poco favorevole, in termini economici oggettivi, solo per rafforzare il rapporto con l'altro utente. Insomma, la componente umana e sociale sembra ineludibile. Permea tutto. «La lezione generale che apprendiamo, per il nostro capitalismo, è che i modelli predittivi sono inutili in economia. Non sappiamo dove ci porteranno le aspettative delle persone. Gli investitori e i consumatori rispondono a quello che io chiamo "spirito animale"». «L'errore è stato finora di cercare di studiare l'economia come se fosse la fisica: facendo calcoli che reggono previsioni. La fisica però non s'importa del tuo spirito, può essere quindi studiata oggettivamente. La società invece è cambiata dalle nostre opinioni che la riguardano e non possiamo prevedere quando questo meccanismo entrerà in gioco». La «previsione che si auto avvera» è sempre in agguato, in economia. «Allora nello studio dell'economia bisogna piuttosto essere buoni storici: studiare il passato e usare giudizio – non il puro calcolo – per capire come il passato può influenzare il futuro».
Varoufakis si spinge oltre, con la lezione, che lo studio dei giochi rafforza: «Bisogna superare il falso dilemma, la scelta tra mercato libero o regolato. Il mercato può essere libero solo se retto da una buona pianificazione». Insomma, per avere un mercato davvero libero, senza speculazioni o alterazioni da parte dei gruppi di potere, servono regole e pianificazioni. E «la prova di questo la vediamo già in quell'inedito laboratorio economico che sono i mondi virtuali».
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yanis il greco
Yanis Varoufakis (1964), economista greco-australiano, dirige il dipartimento di Politica economica all'Università di Atene. Ha conseguito il dottorato nel 1987 all'Università di Essex. Dal 1990 fino al 2002 ha insegnato come Senior Lecturer in Economia all'Università di Sydney. Dal 2004 al 2007 è stato consigliere economico di George Papandreou ed è autore di diversi libri sulla teoria dei giochi. A partire dal giugno 2012, è diventato Economist-in-Residence presso Valve Software e autore di un blog sui progetti che lui e il suo team porteranno avanti. Uno degli esperti della crisi più ascoltati a livello internazionale, è spesso ospite di tv come la Bbc, Sky News, Russia Today e Bloomberg.

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