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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2012 alle ore 22:53.

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Uno dei prototipi della nuova capsula Orion di NASA. Con questa si trasporteranno, per la prima volta dal 1972, astronauti fino alla Luna e oltreUno dei prototipi della nuova capsula Orion di NASA. Con questa si trasporteranno, per la prima volta dal 1972, astronauti fino alla Luna e oltre

«Abbiamo seguito i risultati elettorali tutta la notte senza mai lasciare la tv e i blog di commentatori importanti, Nate Silver soprattutto, fino a quando Romney ha dato il concession speech». Ci dice così Antonella Nota, direttore associato allo Hubble Space Telescope Institute di Baltimora, dove guida anche una nutrita delegazione di europei dell'Agenzia spaziale Esa. Si tratta di uno stabilimento che impiega 500 scienziati circa e che, oltre alla normale gestione del telescopio spaziale Hubble ha in carico la costruzione di quello che lo sostituirà, il molto più grande e potente James Webb Telescope.

La reazione diretta e sincera la dice lunga non tanto sulla passione politica di questo o quella, ma su quanto Nasa sia stata con il fiato sospeso "temendo" l'elezione di Romney, che notoriamente critica da sempre i costi del programma spaziale americano e di molte importanti imprese della scienza americana. Anche se dal dire al fare ce ne passa, dietro a Nasa c'è pure un'industria piuttosto agguerrita, il pericolo di un rilevante taglio era reale.

Ora con la rielezione di Barack Obama gli Stati Uniti continueranno il loro programma spaziale secondo quanto stabilito. I punti principali sono il passaggio ai privati dei voli di supporto alla Stazione spaziale internazionale, già iniziati, portare poi gli astronauti su un asteroide entro il 2025 e infine, 2030, la bandiera stelle e strisce piantata da un umano su Marte, la nuova frontiera che gli americani vogliono conquistare. E' possibile però che a breve, forse nei prossimi giorni, ci sia un annuncio da parte dell'Agenzia americana: astronauti di nuovo in orbita attorno alla Luna entro qualche anno.

A parte l'ultimo punto, il resto è quanto risulta dal profondo riposizionamento del piano di sviluppo di Nasa voluto proprio da Barack Obama per i prossimi 20 anni. Il passaggio di know how e compiti ai privati è già ampiamente riuscito, con il rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale, Iss, effettuato dalla SpaceX di Elon Musk, che ora ha sotto contratto altre 11 missioni identiche al prezzo non banale di 1,6 miliardi di dollari, molto meno comunque di quanto avrebbe speso Nasa se non avesse dato il tutto in outsourcing.

Anche la Virgin Orbital Sciences, del poliedrico Sir Richard Branson ha un contratto per 1,9 di dollari per rifornire la ISS con i suoi originali mezzi spaziali, dovremmo vederli all'opera nella primavera del 2013.
Per raggiungere destinazioni lontane, asteroidi e Marte, l'agenzia sta sviluppando un razzo vettore di proporzioni eccezionali e di potenza conseguente assieme a una nuova capsula per gli astronauti, apparentemente simile alle precedenti, ma profondamente rinnovata nella tecnologia. Sistema di lancio spaziale, Sls, e capsula Orion dovrebbero entrare in operazione per il 2021. Sembrerà strano ma dal 1972, anno dell'ultima missione sulla Luna, non siamo mai più andati nello spazio profondo con astronauti e oggi come oggi non abbiamo neppure un razzo vettore in grado di farlo.

Da qui nasce la possibilità di "tornare sulla Luna" per il 2021, anche senza magari metterci piede dato che per andare su Marte o su un asteroide, come vuole Obama, per la Luna ci si passa, per usare una similitudine automobilistica. Risorgerebbe in questo caso uno dei punti forti del vecchio programma di Bush jr, molto criticato anni fa soprattutto per imporre a Nasa tempi irrealistici e budget fantasma. Insomma anche per Nasa potrebbe essere che "il meglio deve ancora venire".

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