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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2012 alle ore 14:06.

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Il teatro del "patent infringement" è sempre frequentato e animato da ballerini di punta come Samsung, Apple, HTC e non da ultimi Nokia e RIM.

Segni di distensione (a pagamento) arrivano proprio dalla Finlandia e dal Canada con l'ufficializzazione del trovato accordo i cui termini economici non sono noti ma che si basa sul riconoscimento, da parte di RIM, di una somma una tantum oltre ad un congruo pagamento a fronte dei brevetti violati e attualmente usati nei dispositivi BlackBerry.

Lo scorso mese di maggio Nokia aveva avviato una serie di cause contro RIM negli USA e in Germania, inasprendo ulteriormente la situazione a fine novembre, presentando un'altra azione legale questa volta anche nel Regno Unito e in Canada. Dal quartier generale di Research in Motion non è ancora stato diramato nessun comunicato ufficiale in merito.

Nokia non è nuova a questi tipi di accordi; già durante il mese di giugno del 2011 Apple aveva riconosciuto, nelle stesse modalità adottate sull'asse Nokia-RIM, un risarcimento tale da fare cessare ogni intenzione bellica dei finlandesi che, negli ultimi 10 anni, hanno investito in ricerca e sviluppo una somma vicina ai 40miliardi di dollari, il quadruplo di quanto ha investito Cupertino nello stesso periodo.

L'accordo tra Nokia e RIM si inserisce in un quadro di maggiore distensione – almeno formale – tra i grandi produttori di device mobili: dopo la riconciliazione tra Apple e HTC del mese scorso è stato il turno di Samsung che si è detta disponibile a lasciare cadere parte delle accuse proprio contro la biblica nemica della mela morsicata la quale non è disposta a ripagare con la stessa moneta, avendo presentato ricorso contro la decisione dell'ormai famoso giudice Lucy-Koh che ha negato il blocco delle vendite di 26 prodotti Samsung in terra americana.

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