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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2013 alle ore 08:32.

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"Le tecnologie mobili stanno ridefinendo il modo di pensare ai computer. I consumatori vogliono estendere lo stesso tipo di esperienza che sperimentano sui loro smartphone ad altri dispositivi. Ecco perché i telefonini intelligenti sono la piattaforma che sta prendendo il posto dei pc". Le parole conclusive del keynote di apertura di Paul Jacobs, Ceo di Qualcomm definiscono in qualche modo il senso di questa edizione del Ces di Las Vegas. La promessa dei produttori di chip è quella di dare da qui ai prossimi anni più intelligenza a tablet e telefonini.

Come nell'era dei pc negli anni Novanta la corsa è verso una maggiore potenza di calcolo, bassa alimentazione e design. Non a caso, quest'anno al posto di Microsoft a tenere il keynote introduttivo del Ces c'è proprio Qualcomm, un colosso che nella sua storia ha consegnato qualcosa come 11 miliardi di chip, diventando la potenza dominante nel segmento degli smartphone: "se qualcuno oggi sta usando un dispositivo 3G o 4G allora ha in mano un prodotto con processore Qualcomm", ha affermato con contezza del proprio ruolo e un pizzico di spavalderia il ceo di Qualcomm.

Non a caso finora gli annunci più interessanti sono stati il lancio di Tegra 4, la nuova generazione della piattaforma "mobile" di Nvidia che integra la Cpu quad-core più avanzata su architettura Arm, la Cortex-A15. E non è un caso se Intel non si è arresa e dal palco del Ces al Mandalay Hotel ha rilanciato sul mobile con una nuova famiglia di processori Atom (Lexington per smartphone dei mercati emergenti e Bay Trail per tablet).
Quello tra Intel, Qualcomm e Nvidia è uno scontro annunciato che ci riporta agli anni Novanta. Allora però solo il colosso di Santa Clara dominava grazie all'alleanza con Windows.

Oggi lo scenario è plurale, ma solo apparentemente. Non sono solo i pc a chiedere chip ma anche televisori, forni a micro-onde, frigoriferi, lavapiatti. Il cosiddetto internet delle cose ha imparato da telefonini e tablet, anzi in qualche modo sta cercando un modo di comunicare attraverso gli strumenti della mobilità. Paradossalmente la demotica sta trovando nei tablet e nei telefonini strumenti di controllo nuovi. Ecco perché lo scontro non è e non sarà solo hardware e chip. Non saranno più i padroni del silicio a determinare le potenzialità delle tecnologie.

Samsung, Lg i campioni coreani ma anche Sony, Sharp, Panasonic, le vecchie signore nipponiche che hanno fatto la storia dell'elettronica di consumo si contendono non più solo una piattaforma hardware ma anche software. Il ruolo di Google, Microsoft e Apple diventa ancora più determinante in quella che è oramai una partira a scacchi a tre: i produttori di chip, le piattaforme e i giganti dei prodotti. La collisione è nell'ordine delle cose.

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