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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2013 alle ore 16:31.

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Affari per tutti con la nuova corsa all'uso più razionale dell'energia. Tant'è – ci dice l'Enea nel suo nuovo rapporto sull'efficienza energetica – che qualche buon ritocco alla normativa di sostegno garantirebbe un rapidissimo ritorno finanziario per lo Stato, sensibili risparmi per i cittadini e un provvidenziale effetto volano sull'industria. Un esempio? A portata di mano c'è la sostituzione di ben un milione di motori elettrici ed inverter con apparati di ultima generazione. Risparmio energetico per il paese: quasi 1,4 terawattora l'anno. Sembra poco rispetto ai 325 TWh consumati in Italia nel 2012 (0,4%). Ma poco non è, considerando che il risparmio verrebbe da un solo capitolo di intervento. Capace di garantire agli utenti finali un taglio complessivo della bolletta elettrica di quasi 180 graditissimi milioni di euro l'anno.

La casa virtuosa
E che dire, a testimonianza della vera "miniera" energetica rappresentata dall'efficienza, di un'altra ottima idea appena conferita dall'Enea al Governo che verrà: nel groviglio di polemiche sulle tasse crescenti che pesano sugli immobili, una delle principali fonti di spreco energetico e quindi di possibili interventi, le imposte potrebbero essere appunto rimodulate – propone l'Enea nel rapporto - incorporando sia gli incentivi all'efficienza (evitando così esborsi incompatibili con l'esanime disponibilità delle casse pubbliche) sia i "premi" supplementari da assegnare anche alla maggior efficienza ottenuta con gli interventi già effettuati. Fino a legare direttamente le rendite catastali, peraltro già in corso di revisione, «al miglioramento delle prestazioni energetiche dell'edificio». Con «un effetto di forte stimolo per il settore» incalza l'Enea, che ha presentato il suo rapporto in un convegno. I dati di riferimento non sono freschissimi, ma lo scenario offre ottime indicazioni sulla strada da battere.

Terziario e trasporti in coda
Incoraggia non poco il risparmio energetico ottenuto nel 2011 rispetto agli obiettivi nazionali al 2016 tracciati nel Paee (Il Piano d'azione per l'efficienza energetica che recepisce le direttive europee e comprende tra l'altro le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione degli edifici oltre al meccanismo dei Titoli di efficienza energetica e agli incentivi per le auto ecologiche). In un anno si sono risparmiati oltre 57.500 gigawattora, in progresso di oltre il 17% rispetto al 2010. «Con sensibili ricadute per l'economia italiana. Ricadute che ora dobbiamo massimizzare» esorta il Commissario dell'Enea, Giovanni Lelli. Certo, la marcia non è omogenea. Il residenziale - si legge nel rapporto - ha già raggiunto il 67% dell'obiettivo al 2016. L'industria è a metà dell'opera. Si batte invece la fiacca nel terziario (appena l'8% del cammino fatto) e nei trasporti (un quarto del percorso). Anche se per superare le criticità di questi due settori molto potranno fare – rimarca l'Enea – i due recenti decreti sul Conto energia termico e sui Certificati bianchi.

Le buone esperienze
Finora – sottolinea l'Enea – le misure che si sono dimostrate più efficaci sono i Titoli di efficienza energetica (Tee) e gli standard minimi di prestazione energetica degli edifici (quelli varati con il decreto legislativo 192/05). Due misure che da sole hanno permesso l'80% del risparmio energetico totale ottenuto, il 43% con i Tee e il 37% grazie agli standard minimi energetici degli edifici. E «il meccanismo dei titoli di efficienza energetica, oltre a fornire il contributo maggiore in termini quantitativi di energia risparmiata, risulta anche il più conveniente dal punto di vista dell'efficienza economica per lo Stato». L'industria italiana degli apparati e dei servizi per l'efficienza energetica mostra comunque una buona vitalità, come emerge da un'indagine Enea-Confindustria che ha coinvolto 99 imprese. Meccanico e costruzioni i principali campi d'azione, mentre la Lombardia mostra la maggiore vitalità imprenditoriale, seguita dal Piemonte, dal Veneto e dall'Emilia Romagna.

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