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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2013 alle ore 10:23.

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Un recente rapporto di Microsoft, intitolato "Measuring the Impact of Policy on Global Cybersecurity", ha fatto il punto sulla prevista diffusione della Rete sul pianeta alla fine di questo decennio. Gli internauti alla fine del 2020 raddoppieranno a circa quattro miliardi e la crescita più sostenuta nei prossimi sette anni si registrerà in Cina, India e nel continente africano.

Lo studio ha approfondito in particolare il tema della sicurezza confermando come le minacce informatiche avranno un'ulteriore evoluzione e richiederanno ai singoli governi interventi più mirati e concreti (in termini di educazione al fenomeno, piani di prevenzione e altro) rispetto al recente passato. Con l'obiettivo non marginale di definire con più precisione l'impatto di tutte le politiche intraprese in materia di security.
Allo stato attuale i Paesi in cui ci sono più computer, reti a banda larga ed è garantita una maggiore stabilità a livello socio economico sono anche quelli con il minor tasso di infezione da malware; nelle aree dove invece il tasso di alfabetizzazione è limitato e le connessioni sono precarie e di scarso livello abbondano virus e pirateria.

Secondo Microsoft, e questi sono i dati a cui fare riferimento, i Paesi emergenti evidenziano in media una diffusione tre volte maggiore di malware rispetto a quelli più avanzati e una penetrazione della pirateria che raggiunge il 68 per cento. Meno del 10 per cento delle nazioni in via di sviluppo, inoltre, ha firmato trattati internazionali o codici di condotta sulla criminalità informatica. Oltre la metà dei Paesi che denunciano i livelli più preoccupanti in fatto di sicurezza cybernetica appartengono infine all'area medio orientale e all'Africa.

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