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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2013 alle ore 17:00.

Anche in Italia sono arrivati i sistemi che trasformano lo smartphone in un lettore carta di credito e bancomat, con bassi costi di commissione. Ed è pure scoppiata una guerra tra i primi concorrenti, perché sono già tre i sistemi in gara: i tedeschi Sumup e Payleven, e l'italiano Jusp. Il primo è già arrivato sul mercato, il secondo sbarcherà da noi la prossima settimana, mentre Jusp sta per mandare una serie limitata di unità (400) a chi ne ha fatto il pre ordine e avvierà la piena commercializzazione a maggio. Il nostro sito è in grado di anticipare che Jusp avrà il prezzo di commissione più basso, 2,70 euro, mentre venderà a 39 euro l'oggetto lettore, che va collegato alla presa audio dello smartphone. Payleven e Just sono inoltre in grado di leggere anche i bancomat (oltre alle carte di credito Visa e Mastercard), però Sumup intende aggiungere questa funzionalità entro fine anno.
Sumup fa pagare 2,75 euro di commissione, ma è il solo a dare gratis il prodotto, che si collega alla presa audio. Sfrutta il bluetooth, invece, il sistema di Payleven: è quindi il solo che funziona wireless, a distanza dallo smartphone. Payleven costa 49 euro, più 2,75 euro di commissione e 0,19 euro per operazione. Tutti supportano smartphone, tablet con sistemi Android e iOs; Just anche i Blackberry. L'aspetto comune a tutti è il funzionamento di base: la carta di pagamento entra nel lettore collegato allo smartphone e l'utente digita l'importo. Chi paga può poi inserire il codice pin della carta. La transazione avviene tramite sistemi sicuri di crittografia. Jusp è un prodotto più grande dei concorrenti. Include un display, un tastierino numerico fisico per digitare il pin e l'importo. Sumup utilizza l'app per quest'operazione, mentre anche Payleven ha un tastierino e un piccolo display.
Ma a chi serviranno questi sistemi? «L'impatto pratico di Jusp è che sarà possibile pagare con le carte di credito il bancomat anche l'artigiano che verrà a casa ad effettuare dei lavori, il medico in visita domiciliare e il tassista, ovvero il fattorino che consegna a casa la pizza o altri prodotti», dice Giuseppe Saponaro, co fondatore di Jusp con Jacopo Vanetti. È un'innovazione tutta italiana. Saponaro e Vanetti sono due ventenni esperti di informatica, che hanno unito le forze con quattro professionisti provenienti dal settore dei pagamenti, dei servizi finanziari e delle start-up: Stefano Calderano, Paolo Guida, Simone Ranucci Bradimarte e Giulio Valiante, i quali hanno investito per permettere il lancio di Jusp. Lo scopo di questi sistemi, grazie all'assenza di costi fissi, è quindi soprattutto di convertire alla moneta elettronica i piccoli commercianti e i privati, contribuendo alla riduzione del contante, fardello storico dell'economia italiana.
«L'accoglienza iniziale dei piccoli esercenti è stata entusiasta, abbiamo raccolto migliaia di richieste per la partecipazione alla beta che purtroppo prevede solo 400 unità e abbiamo quindi una lunga lista d'attesa», conferma Saponaro. Payleven, allo stesso modo, sta facendo accordi con la una cooperativa di Noleggio con conducenti e l'Unione artigiani della Provincia di Milano per diffondere lo strumento. Obiettivo, coinvolgere 50mila esercizi commerciali durante il 2013.
«Anche molti grandi clienti hanno mostrato grande interesse verso la soluzione Jusp», aggiunge però Saponaro.
«Il settore dell'accettazione delle carte di pagamento è ancora poco sviluppato in Italia. Tantissimi piccoli esercenti non accettano le carte di pagamento per motivi funzionali (lavorano in mobilità) ed economici (alti costi dei POS bancari). Ci sono circa 4 milioni di merchant (artigiani, commercianti, liberi professionisti) che oggi non accettano carte», dice Saponaro.
Insomma, in Italia, per via dei nostri storici ritardi, questi sistemi potrebbero avere un impatto maggiore rispetto ad altri Paesi, dove sono già disponibili. Ha fatto da pioniere, negli Usa, Square (di Jack Dorsey, il creatore di Twitter) e lì, in una società già molto votata al pagamento elettronico, ha contribuito a estendere i lettori anche a babysistter e donne di servizio. E' poi arrivato PaypalHere. In Europa va forte iZettle, società finlandese che è già arrivata a quota 80 mila lettori di chip in Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Regno Unito, Germania e Spagna.
Ora si va all'assalto dell'Italia, ma questi sistemi come possono ambire a superare le nostre resistenze storiche ai pagamenti elettronici? Grazie alla leva dell'assenza di costi fissi e al fatto che gli smartphone sono già nelle mani gran parte della popolazione (30 milioni sono quelli utilizzati in Italia, secondo il Politecnico di Milano).
Le app inoltre consentono di avere funzioni aggiuntive rispetto ai comuni Pas. Possono spedire via mail o sms le ricevute di pagamento, di impostare diversi tassi di Iva, tenere un registro di tutte le transazioni.
Un altro fattore è che il sistema Italia sta provando a svecchiare i sistemi di pagamento, con recenti interventi normativi. Dal 2014 tutti i commercianti dovranno accettare carte di pagamento, secondo il decreto Sviluppo Bis, convertito in legge a dicembre. Sistemi come Jusp, Sumup e Paylen arrivano insomma nel momento giusto, per cogliere questa trasformazione e anche contribuirvi.
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