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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2013 alle ore 12:19.

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Le pulizie primaverili portano via Google Reader: chiuderà dal primo luglio. È stato Urs Hölzle, senior vice president technical infrastructure di Google, a pubblicare un post dove elenca i progetti che non saranno più portati avanti. L'annuncio ha sollevato un'immediata reazione all'interno dei social network: sebbene Google Reader sia adoperato da una nicchia di utenti può contare su un pubblico che comprende blogger, giornalisti, attivisti, tecnoappassionati. Lascia più spazio a Google+. Inoltre sul web sono accessibili alternative.

Google restringe il focus: aveva già annunciato nelle precedenti pulizie di primavera che avrebbe bloccato il suo Reader, ma in seguito alle proteste il colosso di Mountain View aveva fatto retromarcia. Ormai da mesi, però, la piattaforma aveva rallentato l'evoluzione e nelle ultime settimane aveva evidenziato errori e ritardi. Il blocco definitivo era diventato una questione di tempo. In Italia durante la mattinata Google Reader è stato uno dei dieci argomenti più discussi (trending topic) su Twitter. I dati raccolti dagli utenti possono essere scaricati attraverso Google Takeout, raggiungibile dalla pagina di Data Liberation Front. Le prime integrazioni con Google+ erano iniziate poco dopo il lancio del social network: nel tempo la bilancia ha iniziato a pendere a favore della rete sociale online che compete con Facebook e Twitter. Inoltre Hölzle ha anche annunciato la chiusura di altri progetti minori rimasti nell'ombra e adoperati soprattutto dagli sviluppatori software.

Il debutto di Google Reader risale alla fine del 2005: è uno strumento che permette di riunire i feed Rss dei siti web, indicati ad esempio dall'icona di un quadrato o un rettangolo arancione. In questo modo gli utenti possono costruire un giornale personalizzato che riceve gli ultimi aggiornamenti appena vengono pubblicati, risparmiando tempo nella navigazione online. Google Reader era arrivato con un'ondata di altri aggregatori di Rss che non hanno mai conquistato un vasto pubblico nonostante le aspettative iniziali. A raccoglierne l'eredità sono stati in seguito i social network. Anche l'attivista Aaron Swartz aveva contribuito da giovanissimo a definire le specifiche tecniche per Rss.

Le alternative sono molte, ma non sempre simili a Google Reader. Sul web Feedly e Netvibes abilitano l'aggregazione e la lettura di feed. Mynews.is, Prismatic, Pulse, Trapit hanno un'integrazione con i social network e la social discovery. Sui dispositivi mobili sono accessibili anche le applicazioni software di Google Currents, Flipboard e Zite.

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