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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2013 alle ore 12:35.

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Sfafi Goldwasser e Silvio MicaliSfafi Goldwasser e Silvio Micali

Tutto è cominciato con il poker. Silvio Micali e Shafi Goldwasser, colleghi all'università di Berkeley, giocavano al telefono e avevano individuato uno schema di criptazione dei dati che garantisse di concludere una partita in tutta sicurezza. Poi hanno capito che lo schema poteva essere utilizzato per risolvere problemi ben più complessi, dai protocolli di comunicazione alle transazioni via internet.

Da quel lontano 1980 di tempo ne è passato, ma i due hanno continuato a collaborare e a occuparsi di crittografia. Sono entrambi al Mit e oggi hanno conquistato quel che viene considerato il Nobel dell'informatica, il Turing Award, che prende il nome dal matematico britannico Alan Turing, pioniere dell'intelligenza artificiale e famoso per essere riuscito a decifrare i codici segreti dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. Anche Micali è esperto di crittografia. A lui e alla collega andrà il premio (da 250mila dollari) finanziato da Google e Intel.

Ai due ricercatori è stata riconosciuta la scoperta dei "fondamenti della moderna teoria della crittografia" che ha portato allo sviluppo delle tecnologie alla base della sicurezza informatica, Standard per la criptazione e le firme digitali. Micali e Goldwasser insegnano entrambi al Mit - Micali dal 1984 è professore di informatica presso il Dipartimento di Ingegneria elettrica - e lavorano al Computer Science and Artificial Intelligence Lab.

Micali, nato a Palermo nel 1954, di formazione è un matematico. Laureato a Roma, si è poi trasferito in California per il PhD per passare poi al Mit. Nel 2007 è entrato a far parte dell'Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti. "Da giovani studenti abbiamo preso seri rischi e subito qualche rifiuto – ha commentato oggi –, ma anche ricevuto preziosi incoraggiamenti dai nostri mentori e sono fiero che altri abbiano proseguito nel solco delle nostre ricerche". Peccato che il premio, ancora una volta sia andato a un cervello in fuga.

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