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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2013 alle ore 08:20.

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Il mobile payment nel corso del 2012 è stato tra i settori al centro dell'attività ispettiva del Garante e così sarà anche per il 2013. Per quanto innegabili siano le criticità a cui l'ambiente mobile espone la privacy degli utenti, curioso potrebbe apparire l'interessamento dell'Authority per questa nuova modalità di pagamento, il cui sviluppo in Italia è ancora a uno stadio embrionale. Ciò nondimeno, se non limitiamo lo sguardo al mero aspetto transazionale, esaminando i possibili servizi complementari suscettibili di essere ospitati nel cosiddetto mobile wallet, tra cui programmi loyalty e couponing, emergono con chiarezza i rischi sottesi alla virtualizzazione del "vecchio" portafoglio. I dati raccolti potrebbero, infatti, consentire una dettagliata profilazione dei nostri comportamenti, non solo online dove cookie e tecnologie affini già consentono un'ampia tracciabilità, ma anche con riguardo alle nostre abitudini nel mondo reale.
A differenza delle carte tradizionali, lo smartphone è, poi, uno strumento che consente uno scambio di informazioni con l'utente bidirezionale. Una piattaforma di m-payment può, inoltre, coinvolgere nel trattamento dei dati innumerevoli operatori: telco, banche, i gestori della piattaforma, gli sviluppatori delle Apps; ma, soprattutto, una vasta platea di esercenti. Il mobile payment, in particolare per i piccoli commercianti, diviene, quindi, un'opportunità per conoscere meglio i propri clienti e per poterli raggiungere con offerte mirate. E anzi l'accesso ai dati dei clienti potrà rappresentare proprio una delle leve per favorire l'accettazione da parte degli esercenti delle nuove modalità di pagamento e l'assunzione dei relativi oneri; accesso che dovrà, comunque, avvenire nel rispetto dei diritti degli utenti a una piena informazione e, quindi, a una selezione consapevole dei soggetti a cui concedere o meno accesso ai propri dati, anche in considerazione delle differenti finalità del trattamento.
La creazione di un sistema di m-payment che realizzi un equilibrato bilanciamento tra l'interesse degli operatori alla conoscenza dei clienti e l'interesse di questi ultimi al controllo sui propri dati personali potrà costituire un fattore di competitività capace di decretare il successo dell'iniziativa. Mai come in questo caso si deve, pertanto, evocare la privacy by design. Sin dal lancio di una nuova piattaforma di pagamento, dovranno, pertanto, essere ben delineati i possibili flussi di dati tra gli operatori della filiera, nonché le modalità per fornire agli utenti un'informazione chiara e completa e per la raccolta dei necessari consensi. Un deficit di trasparenza e una gestione troppo disinvolta dei dati potrebbero, per converso, rivelarsi errori fatali, con evidenti ricadute sulla fiducia dei consumatori.
Avvocato - Partner - Studio Legale D&P - Legal Support for Ideas
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