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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2013 alle ore 16:20.

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Utilizzando uno spettrometro di massa è stato possibile analizzare il respiro di alcuni volontari e trovare delle "impronte" caratteristiche, che hanno permesso di identificarli semplicemente facendoli soffiare in una cannula. È quanto sono riusciti a fare P.S. Martinez-Lozano e altri ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo, che hanno descritto la loro ricerca in un articolo pubblicato sul sito Plos One.

Nonostante le sostanze contenute nel respiro varino nel tempo in funzione dei processi metabolici, l'articolo spiega come un fenotipo altamente individuale sia risultato persistente per tutta la durata dell'esperimento (11 giorni), e renda perciò la persona identificabile. Il sistema usato permette di ottenere il risultato in pochi secondi e soffiando direttamente nel dispositivo, mentre finora l'analisi del respiro richiedeva l'uso di campioni "preparati" e, quindi, tempi più lunghi.

L'utilità dell'esperimento non si limita a suggerire un metodo di identificazione delle persone alternativo alle impronte digitali o all'analisi del Dna. Più in generale, gli autori sostengono che il respiro dovrebbe essere incluso tra i biofluidi usati per le diagnosi. Il passo successivo sarà quello di cercare nel respiro le "impronte caratteristiche" di varie malattie. Rispetto ai metodi tradizionali dell'analisi del sangue o delle urine, la spettrometria di massa del respiro permetterebbe di ottenere i risultati in modo molto più rapido. La strumentazione necessaria potrebbe facilmente essere resa portatile ed essere utilizzata ovunque, permettendo ai medici di realizzare una diagnosi precoce "in un soffio".

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