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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2013 alle ore 16:43.

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Controllare un computer usando il pensiero può sembrare fantascientifico, ma è in realtà facilmente realizzabile nel presente. Per esempio, l'azienda statunitense NeuroSky ha in vendita MindSet, un dispositivo che costa 199,99 dollari, somiglia a un paio di cuffie per Skype, ma al posto del microfono ha un sensore di onde cerebrali posizionato sulla fronte. Può essere usato per inviare via Bluetooth le proprie onde cerebrali a un software in grado di farne uso. Esistono altri dispositivi simili, come Emoc di Emotiv.

Nel corso una conferenza internazionale sulla crittografia a Okinawa, il professor John Chuang della School of Information di Berkeley ha presentato i risultati di una ricerca, secondo cui dispositivi del genere potrebbero avere un luminoso futuro nel campo della sicurezza. Le password alfanumeriche sono considerate ormai insufficienti per garantire la sicurezza informatica: troppo semplici da rubare o da indovinare. Sono molto più sicuri i sistemi biometrici, che riconoscono le persone da dettagli fisici come le impronte digitali, la retina, i connotati facciali o la voce. Nessuno di questi sistemi, però, ha raggiunto i livelli di affidabilità, economicità e facilità d'uso necessari per un'ampia diffusione. Secondo Chuang i lettori come il MindSet potrebbero essere la soluzione.

Nel corso della ricerca, a varie persone è stato chiesto di immaginare di compiere azioni generiche (come muovere un dito da sinistra a destra) o specifiche (come cantare una canzone di propria scelta). In tutti i casi è stato possibile usare le loro onde cerebrali per identificarle in modo univoco e accurato. Non è improbabile, quindi, che in futuro per accedere ai nostri dati ci limiteremo a pensare un "passthought" nel segreto della mente.
Applicazioni simili sono già numerose. Per esempio l'italiano Ruggero Scorcioni, fondatore della startup BrainYno, ha di recente presentato, presso l'AT&T Innovation Showcase a New York, l'app sperimentale per smartphone Good Times, che è in grado di dedurre dalle onde cerebrali se l'utente è nel "momento buono" per una telefonata. Se risulta invece troppo occupato, oppure addormentato, fa scattare la segreteria.

Invenzioni simili guardano a un futuro in cui tecnologie "indossabili" come i Google Glasses saranno comuni: la prospettiva affascinante e inquietante è che saranno in grado di leggerci nel pensiero per capire da soli le nostre necessità.

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