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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2013 alle ore 22:35.

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Quando si dice "Amazon" in Italia si intende il colosso dell'ecommerce. Ma nella gran parte del mondo la prima cosa che viene alla mente potrebbe essere la più grande foresta pluviale del mondo. È per questo che Brasile e Perù si sono sollevati contro l'intenzione del più grande negozio del globo di conquistarne il dominio sul web.

Nell'ambito della rivoluzione dei domini internet, che d'ora in poi potranno anche avere il nome delle aziende al posto del classico .com, la società guidata da Jeff Bezos ha infatti presentato la richiesta per registrare tutti gli indirizzi .amazon. I due paesi sudamericani entro i cui confini si stende la foresta amazzonica contestano la scelta insinuando che questo impedirebbe di usare l'indirizzo per scopi ambientali, per la protezione dei diritti degli indigeni o per altre finalità di pubblico interesse connesse con la regione.

Amazon ha presentato richieste per decine di nuovi domini, tra cui .shop, .song, .book e, ovviamente, .kindle. Ma quella relativa allo stesso marchio, riconosciuto in tutto il mondo è la più contestata. Brasiliani e peruviani hanno chiesto che sia ritirata sostenendo che non deve essere permesso a un'azienda privata di utilizzare in maniera esclusiva un dominio web che identifica una tra le aree più importanti per il futuro del pianeta.

A decidere sulle richieste è preposto l'Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l'organismo internazionale che assegna i domini che sulla base delle nuove disposizioni andranno ad aggiungersi ai classici .com, .gov., .org e simili. E che ha ricevuto centinaia di richieste, soprattutto da parte delle aziende multinazionali, per l'assegnazione di nuovi domini, ognuno del controvalore di 200.000 dollari. Amazon non è l'unico disputato: l'Argentina ha contestato la richiesta della Patagonia, il produttore americano di abbigliamento da outdoor, e la Cina si oppone all'utilizzo di .shangrila da parte dell'omonima catena di alberghi. I nodi dovranno essere sciolti a Durban in luglio, in modo che i primi domini siano utilizzati entro la fine dell'anno. Ma l'Icann ha proposto che l'assegnazione di quelli contestati sia sospesa.

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