Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2013 alle ore 17:16.

My24

Un gruppo di iscritti a Facebook ha donato i suoi dati per un progetto di ricerca lanciato da Stephen Wolfram: è un fisico che ha fondato un'azienda di software e ha deciso di esplorare le relazioni tra gli utenti nel social network. Ha costruito una piattaforma e in alcuni mesi ha coinvolto un milione di persone con un profilo su Facebook. Alcuni hanno risposto all'appello per cedere i propri dati in forma anonima. I risultati sono stati tradotti in una lunga analisi sul suo blog che racconta in dettaglio alcuni aspetti dell'amicizia nella rete sociale online.

Spiegare l'indagine di Wolfram può sembrare uno scioglilingua. Ha osservato che gli utenti nel social network con più amici tendono a loro volta ad avere amici con più contatti. Ma chi ha tanti amici sarà collegato a persone che hanno meno contatti con altri. Quanti amici hanno gli iscritti di Facebook inclusi nello studio? Il valore mediano è di 342.

Luoghi comuni
Molti stereotipi risultano confermati. Su Facebook gli uomini discutono di tecnologia e sport più spesso delle donne che, invece, preferiscono come argomenti le relazioni, la famiglia e gli animali domestici. Oppure: le persone tra i 20 e i 30 anni coltivano legami con i coetanei, invece gli anziani tendono ad avere connessioni in tutte le fasce di età. In particolare, gli adolescenti hanno più amici delle giovani donne. Brasiliani, islandesi e filippini hanno più contatti rispetto agli utenti di altre nazionalità.

La complessità delle reti
Le relazioni all'interno di uno spazio con più di un miliardo di utenti alimentano strumenti come Graph Search: è in grado di esplorare i collegamenti tra persone, luoghi, interessi e informazioni condivise su Facebook. Sono connessioni che altrimenti resterebbero implicite oppure senza il social network sarebbero impossibili. Agli algoritmi logico-matematici si affiancano le decisioni degli utenti espresse ad esempio con i "mi piace".
È un percorso che lascia intravedere la visione di Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook: nel documento preliminare presentato alla Sec prima della quotazione in Borsa spiega un metodo creativo fondato su piccoli passi attraverso iterazioni e continui miglioramenti. Fino a raggiungere traguardi che all'inizio, quando era una matricola all'università, sarebbero sembrati impossibili da superare.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi