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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2013 alle ore 11:58.

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È stato sufficiente un sintetico aggiornamento nel social network LinkedIn per alimentare ipotesi e speculazioni: Noah Falstein ha scritto di essere chief game designer presso Android Play Studio. È la prima volta che il colosso californiano sceglie un chief game designer. Inoltre è apparso il nome di Android Play Studio, poi rimosso in un secondo momento. E ha incoraggiato le voci su blog e siti online d'informazione.
Quella di Falstein è una carriera trentennale nei videogiochi. Ha lavorato agli inizi degli anni Ottanta con Atari. Poi è stato tra i primi dipendenti di LucasArts Entertainment e ha contribuito, tra gli altri, a The Secret of Monkey Island e Indiana Jones and the Fate of Atlantis. Dopo è approdato negli studi di Dreamworks Interactive. In seguito ha avviato l'attività di consulente freelance. Fino ad arrivare nei laboratori del colosso californiano.

Le ipotesi
I primi indizi su Android Play Studio potrebbero emergere durante la prossima conferenza Google I/O dedicata agli sviluppatori software. È il palcoscenico dove saranno annunciate le evoluzioni di Android. Finora secondo TechCrunch sono due le principali ipotesi: Google potrebbe impegnarsi nei "serious games" destinati ad esempio alla didattica oppure avrebbe in cantiere lo sbarco nella produzione di videogame. È una strada percorsa, ad esempio, dagli Amazon Studios a Londra.

L'esperimento di Ingress
Da tempo Google ha varato iniziative per esplorare le opportunità di frontiera del gaming e della gamification. I doodle celebrativi si sono trasformati da immagini in spazi interattivi e creativi, come ad esempio il Moog. L'anno scorso una startup vicina al gruppo di Mountain View, Niantic Labs, ha lanciato il gioco Ingress dove gli utenti hanno come terreno di azione una mappa digitale reale e possono discutere in diretta attraverso una chat. A fondare Niantic Labs è stato un ex dipendente di Google, John Hanke: in precedenza aveva varato Keyhole, poi diventata la piattaforma di Google Maps.

Gli orizzonti del wearable computing
Sollevano una nuvola di ipotesi anche i Google Glass: gli occhiali intelligenti possono ospitare applicazioni software come, ad esempio, giochi di realtà aumentata che prevedono la partecipazione contemporanea di più utenti. Ma, secondo quanto ha dichiarato il presidente di Google Eric Schmidt, non arriveranno sul mercato prima dell'anno prossimo. È sui videogame che ha puntato il social network Google+ per coinvolgere gli iscritti entro i confini della sua piattaforma. Anche su Facebook i giochi sono una potente calamita per gli utenti capace di sostenere il decollo di Zynga, King, Wooga. E il social network è stato inoltre uno spazio dove hanno trovato pubblico storici giganti come Disney ed Electronic Arts.

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