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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2013 alle ore 19:51.

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Le contraffazioni dei capi di vestiario firmati sono all'ordine del giorno, e si fanno sempre più sofisticate. Spesso è quasi impossibile distinguere il capo autentico dall'imitazione, realizzata con materiali e lavorazioni pressoché identiche all'originale. Ora però una ricerca dell'università di Chalmers in Svezia propone un metodo ingegnoso per rendere facilmente identificabili i tessuti provenienti da una determinata azienda.
La tecnica, sviluppata da una squadra di ricercatori guidata da Christian Müller, consiste nell'intrecciare nell'ordito del tessuto sottili fili di polietilene, trattati con speciali coloranti che li portano a riflettere la luce in modo anisotropo. I fili risultano del tutto invisibili a occhio nudo; tuttavia, se li si guarda attraverso un filtro polarizzante, viene rivelato il disegno che formano, per esempio il marchio della casa produttrice. Una tecnica simile viene usata in alcune banconote, con filigrane visibili solo sotto luce polarizzata, ma non era mai stata applicata alle fibre tessili.

Il vantaggio di questo metodo è che è applicabile a un costo limitato, ma è difficile da imitare dai contraffattori: anche se dovessero disporre della tecnologia per visualizzare il disegno e per crearne uno simile in un tessuto, sarebbe complicato per loro risalire al tipo di fibre e di coloranti usati per creare l'originale (la scelta è molto ampia).

L'applicabilità non è limitata alle fibre sintetiche, ma può essere estesa a quasi ogni tipo di tessuto, dalla lana e dal cotone alle fibre usate per le coperture dei camion. In prospettiva, Müller vede anche la possibilità di usare una tecnica simile per creare "tessuti intelligenti" che cambino colore guidati da impulsi elettrici.

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