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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2013 alle ore 13:04.

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La prima mano artificiale dotata di senso del tattoLa prima mano artificiale dotata di senso del tatto

Anche se la prostetica ha compiuto progressi enormi nel costruire arti artificiali utilizzabili, chi ha subito un'amputazione continua a convivere con un grave handicap: la mancanza di senso del tatto. Per quanto una mano artificiale possa essere sofisticata, l'assenza di sensibilità rende impossibile usarla senza aiutarsi con la vista, dato che non si può valutare quanta forza si sta esercitando. Ma c'è anche un problema di natura psicologica: senza "sentire", la mano resta un semplice attrezzo, e non viene percepita come parte del proprio corpo.

Per porre fine a questo stato di cose, il professor Sliman Bensmaia dell'università di Chicago ha costruito il primo esempio di mano artificiale dotata di senso del tatto. Per metterla a punto sono stati fatti esperimenti su macachi Rhesus, procedendo in tre fasi. Nella prima, sono state osservate le reazioni delle scimmie a varie stimolazioni praticate sulle loro mani. Nella seconda, con elettrodi impiantati nei centri del tatto del cervello della scimmia, si è trovato il modo di inviare impulsi elettrici che producessero le stesse reazioni, tenendole la mano nascosta in modo che non capisse la natura artificiale dello stimolo. Infine, nella terza fase, i dati raccolti sono stati usati per costruire una mano artificiale che, una volta impiantata nella scimmia e collegata agli elettrodi, desse le stesse sensazioni tattili di una mano vera.

Secondo Bensmaia, "è la prima volta che un organismo animale percepisce uno stimolo tattile attraverso un trasduttore artificiale". È stata richiesta l'autorizzazione per procedere con la sperimentazione su esseri umani, che si spera possa cominciare già dall'anno prossimo.

La notizia arriva proprio in un momento in cui la costruzione di sensori tattili sta conoscendo un forte sviluppo. È recente l'annuncio che ricercatori del Georgia Tech, utilizzando nanocavi di ossido di zinco, sono riusciti a costruire dei "taxel", cioè minuscoli sensori in grado di convertire direttamente la pressione o il movimento in segnali elettrici. Tra le applicazioni c'è anche quella della produzione di sensori tattili molto piccoli e sensibili, come quelli che si potrebbero usare per i polpastrelli di una mano artificiale.

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