Le dieci donne hitech al potere nell'era dell'executive feminism
Amy Hood è diventata primo direttore finanziario donna di Microsoft nei mesi in cui si concretizza il «Lean In» (Fatevi avanti), libro di Sheryl Sandberg, manager di Facebook da cui è nato un network non virtuale ma di tacchi e ossa che si incontra a New York, Buenos Aires, Nuova Delhi. Sandberg è stata fortemente criticata in patria - non è mancato il blogger del Wall Street Journal che l'ha paragonata a Maria Antonietta e la columnist del New York Times Maureen Dowd che ha giudicato il libro «una cinica operazione di marketing». A ogni modo, se il femminismo tradizionale arranca, sembra avanzare l'executive feminism. «Il nuovo femminismo che già divide» (Harvard Business Review) perché non si occupa di condizione femminile in generale ma solo di leadership. C'è chi sostiene che le donne comuni rimangono fuori; chi ribatte che se nascono le leader, le altre donne ne beneficeranno (esempio a febbraio le senatrici repubblicane hanno votato per il recente rafforzamento del Violence Against Women Act, legge federale del 1994). L'impostazione insomma non piace a tutte ma male non fa: fra i 500 Ceo della classifica Fortune solo 21 sono donne. Ecco 10 volti hitech, settore trainante, molte sono mamme.
a cura di Angela Manganaro
8. Carly Fiorina, la pioniera conservatrice
(Bloomberg)
«Devi diventare esperta non solo ad ascoltare il tuo cuore ma anche la pancia». «Mi piace essere una donna, mi piace vestirmi e comprare scarpe». «Sono stata repubblicana per tutta la vita da elettrice». Sono alcune massime di Carly Fiorina, risposta conservatrice a Meg Whitman, ex chief executive officer di Hewlett-Packard dal 1999 al 2005 e prima executive alla AT&T. Fiorina ha sempre detto che non c'è alcun soffitto di vetro da abbattere, negando la tradizionale impostazione femminista ma ha lanciato un'iniziativa per dare più potere alle donne nel mondo arabo. Recentemente le hanno chiesto delle posizioni poco ortodosse di Sandberg e Maier , Fiorina ha risposto: «Gli uomini litigano sempre quando si parla di genere perché le donne dovrebbero andare d'accordo? Dunque Ann-Marie Slaughter e Sheryl Sandberg hanno diversi punti di vista. E allora? lo dobbiamo chiamare catfight? Tutto ciò mi dovrebbe scioccare?»
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