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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2013 alle ore 13:51.

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Google vicina al lancio di un juke-box per lo streaming musicale su AndroidGoogle vicina al lancio di un juke-box per lo streaming musicale su Android

Google prepara il debutto di un juke-box per l'ascolto di musica in streaming digitale: sarà a pagamento e diventerà accessibile sui dispositivi mobili con Android. Potrebbe arrivare al pubblico durante la conferenza Google I/0 in corso a San Francisco. Sono voci raccolte dal Wall Street Journal.

Il quotidiano finanziario spiega che Google ha raggiunto accordi con tre grandi etichette discografiche per rendere disponibile una parte dei loro archivi. Prima ha siglato un'intesa con Warner Music Group e in seguito con Sony Music Entertainment e Universal Music Group. Inoltre ha in cantiere servizi musicali a pagamento con YouTube che abiliteranno gli iscritti alla visione di filmati oppure anche soltanto l'ascolto di brani, ma le trattative sono ancora in corso, osserva il Wall Street Journal.
Con una piattaforma di streaming Google permette agli utenti di accedere a cataloghi immensi dal display di smartphone e tablet con Android: è un salto in avanti rispetto a Google Play Music arrivato lo scorso novembre in Italia dove gli iscritti possono custodire su cloud la loro raccolta personale di brani.

YouTube è l'altra frontiera dell'espansione di Google: ha superato il traguardo di un miliardo di utenti. Ha già varato canali a pagamento di show. E il lancio di spazi in abbonamento è considerato come un'opportunità per cantautori e band che aggiungono un'altra fonte di ricavi accanto alle inserzioni pubblicitarie visualizzate nell'archivio di videosharing.

Le sfide dei big
Ma la corsa per conquistare il tempo del pubblico digitale vede non pochi rivali tra i giganti hi-tech. Il duello è con la webradio Spotify che ha raggiunto 24 milioni di utenti attivi ed ha un'integrazione con Facebook: insieme hanno sviluppato una profonda simbiosi ad esempio attraverso le playlist che vengono consigliate tra gli iscritti del social network.
Eddy Cue, senior vice president di internet software and services di Apple, guida le trattative dell'azienda che produce iPhone e iPad per costruire una webradio che secondo le indiscrezioni sarà differente dal progetto di Google e da Spotify. Somiglierà forse a Pandora dove gli utenti ascoltano canzoni consigliate da formule matematiche in grado di comprendere i loro interessi mediante le scelte precedenti di fruizione. L'"iRadio" di Apple affiancherà iTunes lanciato dieci anni fa.
Anche Amazon coltiva molti progetti. Ha il suo negozio Mp3 Store. E sono trapelate voci di device destinati alla riproduzione audio che saranno lanciati in seguito. Non si tratta di territori inesplorati per il gigante di Seattle: le sue infrastrutture di cloud computing sono la spina dorsale di startup e aziende che hanno puntato sullo streaming musicale.

Prospettive di espansione
I colossi hi-tech coinvolgono gli utenti all'interno dei loro ecosistemi. E guardano a un mercato in crescita. Secondo le stime della Ifpi durante il 2012 le webradio che trasmettono brani in streaming, affiancati alla pubblicità o in abbonamento, hanno raggiunto il 20% del fatturato della musica digitale nel mondo: in Europa la quota sale al 31%. È un territorio dove molte startup italiane hanno conquistato nicchie globali di appassionati grazie all'attenzione per il design, a piattaforme tecnologiche evolute e all'abilità di adattarsi all'accesso da dispositivi mobili attraverso le applicazioni software.

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