La mappa delle acquisizioni dei big del web 2.0
La news di oggi è l'acquisizione di Tumblr da parte di Yahoo!, ma è anche l'ottavo compleanno di YouTube. A fondare YouTube sono stati Steve Chen, Chad Hurley e Jawed Karim: erano tre ex dipendenti di PayPal, comprata da eBay, e decisero di diventare imprenditori come molti loro colleghi che hanno alimentato negli anni un network di altre startup. Era l'onda lunga del web 2.0 come fu definito da Tim O'Reilly, editore della Silicon Valley californiana: il web statico di un tempo dove gli utenti erano soprattutto lettori lasciava spazio a un web interattivo e partecipativo. Da allora questo spazio è stato popolato da centinaia di altre startup. Alcune finite sotto l'ala dei big di internet. .
di Luca Dello Iacovo
1. Apple
Il colosso di Cupertino non ha mai avuto una particolare attenzione per lo shopping di startup del web 2.0: è un'azienda che preferisce porsi come piattaforma in modo da costruire un ecosistema dove altre imprese possono sviluppare una relazione simbiotica, ad esempio nel caso dell'App Store. Anche nella fitta rete di relazioni della Silicon Valley californiana Apple è meno collegata ai network locali di startup rispetto a quanto non lo siano altri giganti hi-tech.
Tra i pochi accordi chiusi dal gruppo di Cupertino con imprese innovative 2.0 rientra Lala.com, una piattaforma per l'ascolto di playlist musicali che consentiva la partecipazione degli utenti in tempo reale e aveva un'integrazione con Facebook. Era balzata ai primi posti nella classifica delle applicazioni del social network. Poco dopo l'intesa l'aspettativa condivisa era che Lala.com diventasse una webradio con il marchio di Cupertino. Ma non è mai accaduto. Apple ha varato anche un suo social network, Ping, ma non ha convinto il pubblico online ed è stato chiuso poco dopo. Eppure sulla carta sembrava il mix ideale: unire una rete sociale online alla passione per la musica degli utenti di iTunes. I social network si confermano ambienti complessi dove l'evoluzione delle community che li abitano non è facile da prevedere nelle fasi iniziali. E richiedono analisi che intrecciano metodologie all'avanguardia, big data e software ad hoc.
In seguito Apple ha virato verso i motori di ricerca per le applicazioni software: all'inizio del 2012 erano una nicchia emergente che racchiudeva anche Chomp, acquisito dal gruppo di Cupertino. E ancora alla fine dell'anno scorso Apple ha portato entro i suoi confini Particle, specializzata nello sviluppo di app in Html5 che è un'evoluzione del tradizionale Html e permette di costruire pagine interattive per webapp del web 2.0.
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