La mappa delle acquisizioni dei big del web 2.0
La news di oggi è l'acquisizione di Tumblr da parte di Yahoo!, ma è anche l'ottavo compleanno di YouTube. A fondare YouTube sono stati Steve Chen, Chad Hurley e Jawed Karim: erano tre ex dipendenti di PayPal, comprata da eBay, e decisero di diventare imprenditori come molti loro colleghi che hanno alimentato negli anni un network di altre startup. Era l'onda lunga del web 2.0 come fu definito da Tim O'Reilly, editore della Silicon Valley californiana: il web statico di un tempo dove gli utenti erano soprattutto lettori lasciava spazio a un web interattivo e partecipativo. Da allora questo spazio è stato popolato da centinaia di altre startup. Alcune finite sotto l'ala dei big di internet. .
di Luca Dello Iacovo
2. Facebook
Durante l'estate del 2009 il social network compra Friendfeed: è una rete sociale online che riunisce soprattutto blogger e aveva una vasta community in Italia. Si tratta della prima acquisizione di rilievo che inaugura una lunga stagione di shopping anche di startup meno note al pubblico internazionale, ma specializzate in nicchie coerenti sul medesimo percorso di espansione del social network verso l'accesso da dispositivi mobili, come Beluga e Snaptu.
In seguito accelera inoltre sulla geolocalizzazione: sviluppa la possibilità di inviare messaggi di check-in per rispondere alla competizione di Foursquare. E compie un salto in avanti nella scoperta del territorio locale. Compra la startup Gowalla che fuori dagli Stati Uniti non ha un ampio pubblico. Dopo acquista l'italiana Glancee, fondata da Gabriel Grisé, Alberto Tretti e Andrea Vaccari: è tra le prime a unire la social discovery delle persone nelle vicinanze con la geolocalizzazione. Adopera tecnologie elaborate durante le ricerche accademiche di Vaccari e Tretti.
L'anno scorso a sorpresa Facebook compra Instagram, un'applicazione software per scattare fotografie da dispositivi mobili e modificarle con filtri colorati. Era un potenziale rivale: poteva ripercorrere la medesima strada del social network che è decollato anche grazie all'ampia condivisione di immagini degli studenti universitari. Segna un'accelerazione nella strategia mobile first voluta da Mark Zuckerberg che prevede una priorità per i dispositivi mobili. L'accordo è di 300 milioni di dollari in contanti e 22,9 milioni di azioni di Facebook. I colloqui finali avvengono durante un barbecue.
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