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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2013 alle ore 10:01.

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Marissa Mayer (Afp)Marissa Mayer (Afp)

NEW YORK - Marissa ha restituito il punto esclamativo al marchio di Yahoo!. Marissa è Marissa Mayer, 37enne chief executive di Yahoo dallo scorso luglio e che in meno di un anno ha riportato alla ribalta un pioniere di Internet che sembrava condannato a diventare un relitto del passato tecnologico, un irrilevante pezzo da museo del Web. Tutto questo è cambiato con l'acquisizione di Tumblr, un colpo da 1,1 miliardi di dollari.

Yahoo si è impadronita di una società di blogging estremamente popolare tra i più giovani, la audience che oggi le sfuggiva, e con forti radici nella nuova tecnologia mobile. Il rilancio strategico di Yahoo è tutt'altro che assicurato: l'azienda ha gestito malamente precedenti acquisizioni e la redditività di Tumblr e di Yahoo resta una scommessa. Ma l'azienda è tornata a essere rilevante in un settore di social media e Internet che si evolve a gran velocità. E a entusiasmare Wall Street, dove il titolo è ormai in rialzo ben del 70% da quando Mayer ha preso le redini.

Nè quella di Tumblr è stata la prima mossa coraggiosa e controversa messa a segno dal neo chief executive. Ha già avviato una rivoluzione della cultura interna dell'azienda: da febbraio, reduce dalla maternità, ha abolito il telecommuting caro ai veterani del gruppo e ormai considerato un diritto acquisito. A chi lavorava da casa ha ordinato di presentarsi in ufficio o di lasciare l'azienda. Il lavoro "remoto", ha fatto sapere senza mezzi termini, danneggia lo spirito di quadra e limita la capacità innovativa.

Ma per Marissa Mayer farsi notare non è una novità. Nata nel 1975 a Wausau nel cuore del Wisconsin, da padre ingegnere e madre di origine finlandese e di professione insegnante d'arte, fin dal liceo ha evidenziato le sue promesse. Il governatore la scelse come uno dei due rappresentati dello stato al Campo nazionale giovanile delle Scienze. Ed ecco arrivare la doppia laurea alla Stanford University, in sistemi simbolici e computer science, con una specializzazione in intelligenza artificiale. In seguito l'Illinois Institute of Technology le ha conferito anche una laurea ad honorem.

Archiviata l'accademia, Mayer approda al mondo aziendale: prima in Svizzera ai laboratori di ricerca di Ubs e poi alla Sri International di Silicon Valley. La svolta avviene tuttavia quando viene assunta da una giovanissima Google nel 1999: è la dipendente numero 20. Qui comincia una carriera durata 13 anni che l'ha portata a diventare uno dei volti più riconoscibili del re dei motori di ricerca, impegnata in molteplici attività di punta del gruppo: dalle mappe alle tecnologie di search, da Google News a Google Images e al servizio di posta elettronica Gmail. In vesti altrettanto varie: progettista, grafico, product manager e top executive. Sua è la responsabilità del look semplice dalla home page della ricerca di Google.

L'ultimo incarico, a Google, è stato di vicedirettore della divisione Local, Maps e Location Services. Perché nel luglio dell'anno scorso è arrivata la disperata chiamata di Yahoo: reduce da cinque amministratori delegati in cinque anni e da una crescente crisi di business che ne faceva temere la scomparsa, lo storico portale ormai privo di identità aveva bisogno di una scossa di immagine e di strategia. Via libera alla Mayer, dunque, che accetta l'incarico in cambio di un contratto da 117 milioni di dollari in cinque anni. E che finora, stando al board e agli azionisti, si è guadagnato.

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