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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2013 alle ore 20:07.

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Abbiamo costruito robot che vedono e sentono ma, perché possano muoversi in ambienti non circoscritti e interagire con gli esseri umani, è necessario dotarli anche del senso del tatto. A questo scopo un progetto europeo con una cospicua partecipazione italiana ha prodotto una "pelle" che può essere applicata sulla superficie di robot di ogni tipo per dotarla di sensibilità tattile.
Finanziato dall'Unione Europea per una spesa totale di 3,5 milioni di euro, il progetto Roboskin è diretto dal professor Giorgio Cannata dell'Università di Genova, con la partecipazione dell'Istituto Italiano di Tecnologia, dell'Università di Cagliari, del Politecnico di Losanna e delle Università dell'Hertfordshire e del Galles-Newport (UK). Lo scopo del progetto è di creare "tecnologie e capacità basate sulla pelle per robot sicuri, autonomi e interattivi".

La pelle artificiale è in gran parte modellata su quella reale, la cui rete di terminazioni nervose percepisce cambiamenti come caldo/freddo o liscio/ruvido. I sensori elettronici raccolgono i "dati tattili" e li elaborano usando un software, nel quale sono stati preprogrammati alcuni comportamenti di base, con la possibilità di aggiungerne altri. Il tutto, nelle parole del professor Cannata, "allo scopo di generare nei robot un grado di sensibilità per aiutarli a reagire a eventi tattili e al contatto fisico col mondo esterno."

La pelle è stata sperimentata applicandola sul robot KASPAR, creato dall'Università dell'Hertfordshire per aiutare i bambini autistici a comunicare. I ricercatori hanno dovuto affrontare compiti complessi, come creare una "mappa tattile" del corpo del robot che permettesse di interpretare i dati, e stabilire demarcazioni come quella tra contatti desiderati e accidentali. Per i sensori sono state usate varie tecnologie, dai semplici sensori capacitivi ai più sofisticati materiali piezoelettrici, per arrivare ai nuovi semiconduttori organici che rappresentano l'opzione più promettente per il futuro.
La novità non è nella sensibilità tattile in sé, quanto nell'aver creato un sistema di produzione in grado di fornirla a robot di ogni tipo. Alcune parti della ricerca sono brevettate, ma i prototipi rimangono disponibili per essere condivisi con altri progetti di ricerca non commerciali.

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