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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2013 alle ore 15:12.

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Forte motivazione a cercare una soluzione, partecipazione e geolocalizzazione. Nessuna strategia di marketing online potrebbe trovare migliori motivazioni, come il settore del turismo per disabili. Che nel giro di pochi mesi vede nascere una serie di startup interessanti. C'è BeHandy, progetto di piattaforma e di app che ingaggerà una serie di «mappatori» per raccogliere infomazioni, dai punti di interesse delle città alla reale accessibilità dei mezzi di trasporto. E che costruirà una mappa interattiva. C'è Bircle, startup milanese che punta a guide turistiche tematiche affidate sia a esperti sia a singoli utenti. E che è stata scelta tra le 10 startup di ChangeMakers for Expo Milano. E c'è Pierluca Rossi, viaggiatore, documentarista e disabile che - assieme alla Fondazione Serono - vuole importare in Italia gli standard europei di accessibilità dei luoghi, facendo prima una guida poi un'app.

Seppure nati in modo diverso, questi progetti hanno almeno tre elementi in comune. Il primo è la consapevolezza che i disabili non sono un mondo a parte ma persone con bisogni specifici. E che come tutti i bisogni rappresentano un mercato potenziale. Tra Europa e Stati Uniti, ci sono 70 milioni di persone sulla sedia a rotelle: basterebbe che il 3% decidesse di venire a visitare l'Italia per avere oltre due milioni di turisti. Insomma, il turismo per disabili per un mercato verticale, ad alta specificità ancora da esplorare.
Il secondo elemento è che i bisogni specifici possono diventare vantaggio per tutti: in una società che invecchia e con necessità sempre più complesse, le scritte a caratteri grandi fanno comodo a tutti, non solo agli ipovedenti gravi. Il pubblico potenziale dei beneficiari è molto più amplio di quanto le comuni categorie mentali incasellani disabili e normodotati.

Il terzo elemento è che il web rende molto facile e coinvolgente rispondere a questi bisogni. I disabili, o in generale i fruitori, diventano protagonisti testando luoghi e servizi. Sono i primi ad avere l'interesse a farlo. Possono dire la loro in modo efficace facendo leva sulla reputazione. Possono ricevere informazioni aggiornate e nessuno meglio di un disabile sa quanto sia fastidioso trovare chiusa una strada data per aperta.
In questo caso il web tesse assieme le opportunità pratiche, di business, di partecipazione. E ora c'è qualcuno che ci crede davvero.
alessia.maccaferri@ilsole24ore.com

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