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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2013 alle ore 17:01.
Dimentichiamoci "28 Giorni Dopo" e "The Walking Dead" e tutte le serie televisive che hanno portato sul piccolo e grande schermo zombie e distruzione. Di scontato in The Last of Us - videogioco in esclusiva per Ps3 in uscita il 14 giugno - c'è solo lo scenario post apocalittico, l'erba tra i palazzi, l'aspetto straccione e trasandato dei sopravvissuti e quella cappa di tensione disperante che accompagna di solito questo genere. La nuova creatura del team Naughty Dog, una tra le squadre di sviluppatori più talentuose della scena videoludica, è una rivelazione, un gioco pensato, mai banale ma non esente da difetti. Che complessivamente riesce nell'impresa di alzare l'asticella reinventanto la fiction d'azione. Il merito è tutto della software house che dopo aver chiuso la serie di successo Uncharted non si è seduta sugli allori e misurandosi per la prima volta con il genere survival horror ha sfornato un titolo più maturo che prova a descrivere le dinamiche nelle relazioni tra gli individui. Il risultato è un videogame d'azione a più dimensioni, non facile ma capace di dare del filo da torcere anche ai giocatori più smaliziati
La trama
Il mondo è scovolto da una infezione che trasforma gli abitanti della Terra in pazzi sanguinari (zombie). L'umanità prova a riorganizzarsi ma è preda di violenza e disperazione. I sopravvissuti si ammazzano tra loro e vivono nascosti dagli Infetti. Fin qui nulla di nuovo. Joel è un americano medio: braccia grosse e camicia a quadretti. Burbero e scontroso, reso violento dagli eventi. Vent'anni dopo l'inizio del contagio e dalla morte drammatica della figlia Joel si ritrova a vendere armi al mercato nero. La sua avventura inizia quando un amico gli chiede come ultimo desiderio di scortare Ellie,una ragazzina quattordicenne, fuori dalla zona di quarantena.
Il gameplay
La relazione tra i due è reale e realistica ma almeno sul piano narrativo resta sullo sfondo. Le meccaniche di gioco invece spingono l'utente a dover fare i conti con l'intelligenza artificiale di Ellie. La coppia dovrà comportarsi da coppia. Ellie aiuterà Joel a individuare i nemici, li distrarrà, potrà agire in modo da facilitare i piani del giocatore. La componente strategica è la vera sorpresa del gioco. Gli enigmi non sono banali. Le missioni sono disseminate di oggetti che possono essere usati per più scopi. Ogni combattimento poi varia a seconda del contesto e in ciascuna situazione si sopravvive applicando strategie diverse. A differenza di altri giochi di genere Joel non ha quintali di pallottole a disposizione. Con la pistola non è un tiratore provette e neppure un pugile. Nelle intenzioni degli sviluppatori il protagonista deve comportarsi come una persona normale spinta allo stremo. L'eroe tutto d'un pezzo con il mascellone e la battuta sempre pronta (il riferimento a Nathan Drake di Uncharted è voluto) è un ricordo arcade. In termini di gameplay, l'umanizzazione di Joel comporta un livello di sfida più alto. Ma anche una attenzione ai dettagli che prima non c'era. Peccato per alcuni svarioni dell'intelligenza artificiale dei nemici che rende il loro comportamento a tratti poco credibile.
La fiction interattiva
Visto dall'alto, Last of Us è una fiction interattiva a sfondo horror. L'azione è incalzante, i colpi di scena e le invenzioni narrative spiazzano il giocatore. E c'è anche quel tanto di violenza splatter che non guasta mai in un mondo popolato da zombie.
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