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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2013 alle ore 13:09.
Un elicottero giocattolo può essere guidato con il pensiero, con una precisione sufficiente da superare un percorso a ostacoli. È quanto ha dimostrato il professor Bin He, un ingegnere biomedico dell'Università del Minnesota.
Non si tratta, ovviamente, di una vera e propria "lettura del pensiero". I volontari che hanno partecipato all'esperimento si sono esercitati alla guida indossando un casco dotato di 64 elettrodi per rilevare le onde cerebrali, collegato a un computer in grado di riconoscere l'attività mentale provocata dalla visualizzazione di certe immagini.
In particolare, ai piloti veniva chiesto di immaginare di stringere il pugno sinistro per girare a sinistra, e il destro per girare a destra (senza farlo veramente). Immaginare di chiudere entrambi i pugni serviva a guadagnare quota, aprirli entrambi a scendere.
Non tutti i volontari sono riusciti a visualizzare immagini mentali abbastanza chiare da essere riconoscibili. Il professor He attribuisce questi fallimenti a carenze nel rapporto mente-corpo, sottolineando che i risultati migliori sono stati ottenuti da chi pratica la meditazione o lo yoga. In ogni caso cinque persone, dopo lunghe ore di addestramento in cui spostavano col pensiero oggetti puramente virtuali, sono riusciti a fare la stessa cosa con un elicottero giocattolo controllato attraverso comandi wi-fi (un Parrot Ar Drone, in vendita anche in Italia), pilotandolo attraverso un labirinto di anelli sospesi creato nella palestra dell'Università.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Neural Engineering. Questo tipo di controllo via onde cerebrali non è una novità assoluta, ma è la prima volta che viene realizzato in tre dimensioni e in modo tanto preciso. In una fase iniziale sono stati raccolti dati anche attraverso la risonanza magnetica funzionale, ma il sistema finale sfrutta una più semplice elettroencefalografia, e potrebbe funzionare anche con un numero minore di elettrodi.
Secondo il professor He, la meta finale di questo tipo di studi è realizzare un sistema non invasivo che permetta ai disabili di controllare nel modo più naturale possibile una sedia a rotelle o un braccio meccanico.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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