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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2013 alle ore 08:24.

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Quali rubinetti aprire per erogare risorse finanziarie alle startup innovative? Congelate le tubature bancarie (peraltro inadeguate alle esigenze delle baby imprese) e in ristrutturazione i canali del capitale di rischio, ad aprirsi è il rubinetto del crowdfunding. Il 2013 è, infatti, l'anno boom della raccolta di capitale diffuso investito, in misura crescente, in progetti imprenditoriali per cogliere i frutti dall'albero delle innovazioni. Il «Crowdfunding Industry Report» stima che 452 piattaforme online (+60% nel 2011) hanno raccolto, rispettivamente nel 2011 e nel 2012, capitale pari a 1,5 e 2,8 miliardi di dollari. Nel 2013 raddoppierà a sei miliardi di dollari il gettito di quel rubinetto. Erano 530 milioni nel 2009. Nel 2012, Kickstarter, la più popolare piattaforma di crowdfunding, mobilitando più di 2 milioni di persone ha destinato oltre 500 milioni di dollari a circa 40mila progetti; di questi, 18mila hanno raccolto 320 milioni, il triplo rispetto al 2011.
Alla raccolta di capitale diffuso contribuiscono diversi fattori quali le motivazioni sociali (solidarietà), il desiderio di un premio a seguito di una donazione filantropica, la riscossione dell'interesse pagato su un prestito, il rendimento del l'investimento in azioni. Da questo fiume in piena l'amministrazione americana si attende, in un quinquennio, 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro. Il crowdfunding non è, tuttavia, una corsa all'oro. Non lo è soprattutto per i progetti più innovativi che dovrebbero convincere un pubblico non specializzato di donatori e investitori. I quali scommettono sulle persone, non sulla tecnologia. Chiarezza e trasparenza dei messaggi dipendono dalle politiche perseguite dai gestori delle piattaforme e dagli strumenti di regolazione e controllo adottati, in Europa, dalla Commissione in concerto con i governi dell'Unione.
A Brussels, la Direzione generale per l'impresa e l'industria della Commissione sta mettendo a punto una proposta di legge per regolare il crowdfunding. In Italia, è nata l'associazione Italian Crowdfunding Network con lo scopo di sbloccare il potenziale del finanziamento di massa. Il precedente governo Monti ha prestato attenzione alle diverse piattaforme di crowdfunding (16 censite in Italia), da quelle che investono in azioni, in crescita del 114 per cento nel 2012, alle piattaforme basate su donazioni e premi. Purtroppo, ancora una volta la burocrazia fa da diga contro l'onda alta del finanziamento collettivo generato dal basso. E a nome delle startup innovative, Riccardo Donadon, fondatore della fabbrica di idee H-Farm, alza la voce con «la Consob che sta creando problemi senza senso e per la bocciatura da parte della Corte dei conti del Decreto Sviluppo».
Google ha scelto di investire 125 milioni di dollari nella piattaforma di crowdfunding Lending Club, ritenendo che grazie alle decisioni prese da una moltitudine di persone la tecnologia dia la possibilità di sostenere startup innovative di successo. Se le leadership imprenditoriali del nostro paese decidessero di mettersi sulle tracce di Google, per l'Italia si aprirebbero le porte di quel club tuttora esclusivo che è l'imprenditorialità innovativa senza frontiere.
piero.formica@gmail.com
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