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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2013 alle ore 14:30.

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Il Moscone West Center di San Francisco (Bloomberg)Il Moscone West Center di San Francisco (Bloomberg)

Sono passati 230 giorni da quando Apple ha tenuto una presentazione aperta alla stampa. Si trattava dell'evento organizzato in un teatro di San Jose, una delle cittadine della Silicon Valley, e lo iato tra quella presentazione e il keynote della WWDC è il più lungo nella storia di Apple senza il lancio di prodotti, con l'eccezione del nuovo iPod touch "economico", disponibile da pochi giorni nei negozi ma annunciato con un semplice comunicato stampa. L'azienda non ha voluto cioè distrarre l'attenzione della stampa e del pubblico dall'evento di oggi, che Tim Cook condurrà sul palco del Moscone Center, il centro convegni nel cuore di San Francisco, e a cui partecipano solitamente i luogotenenti di Apple, a partire dal capo del marketing Phil Schiller. L'eventuale presenza sul palco di Jonathan Ive, il pluripremiato baronetto inglese a capo del design di Apple dal 1997 e prolifica matita d'oro dietro alla creazione di prodotti come l'iPod, l'iPhone, l'iPad, il MacBook Air e tutti gli altri, segnerebbe l'ascesa del quarantaseienne al vertice dell'azienda. Indicati da molti come possibile figura alternativa al Ceo Tim Cook, soprattutto dopo il licenziamento sette mesi da di Scott Forstall, giovane delfino di Steve Jobs avvenuta poco dopo la morte di quest'ultimo, la quotazione di Ive è sempre più al rialzo.

Visto da molti come l'unico in grado di interpretare la visione di Jobs nella ricercatezza minimalista e purezza delle forme e semplicità dei contenuti, Ive potrebbe essere il candidato per un eventuale cambio al vertice di Apple, martoriata dalla concorrenza di Google e Samsung, con un titolo in forte ribasso (dai 613 dollari di valutazione durante la presentazione di ottobre scorso a San Jose agli attuali 441 dollari, con picchi in negativo sino a 390 dollari) e con prodotti evolutivi e non rivoluzionari presentati negli ultimi mesi.

In realtà, secondo Gruber ed altri osservatori, Apple starebbe semplicemente cambiando velocità e adeguandosi a quella imposta da Tim Cook, ben diversa da quella che invece Steve Jobs aveva costruito. Mentre Jobs aveva nel tempo consolidato una strategia di lanci continui con "sorprese" circa ogni tre anni (il lancio dell'iPod nel 2001, il passaggio a Intel nel 2005, il lancio del MacBook Air e del primo iPhone nel 2007, dell'iPad nel 2010), Tim Cook ha sinora consolidato l'esistente proponendo aggiornamenti, evoluzioni e potenziamenti dei prodotti congegnati durante l'era Jobs. Adesso il cinquantatreenne Ceo di Apple è alla prova del fuoco. In un evento considerato da sempre dedicato alle tecnologie per gli sviluppatori e contrapposto alle presentazioni estive o autunnali riservate alla stampa per i prodotti destinati al mercato dei consumatori, deve riuscire a far uscire il cilindro dal cappello e stupire la platea di analisti e investitori nell'azienda, a cui il pagamento dei dividendi e l'annuncio di un buyback di azioni da 100 miliardi di dollari potrebbe non bastare più.

Soprattutto, Cook deve convincere l'opinione pubblica che Apple, bersagliata dalle cause da parte della concorrenza di Google e Samsung (che ha recentemente vinto in materia di brevetti ottenendo la possibilità del blocco dell'importazione di alcuni prodotti Apple non strategici negli Stati Uniti), sotto lo scrutinio dell'anti-trust europeo e americano, è ancora l'azienda più innovativa al mondo e in grado di sconfiggere la forza di gravità dei mercati producendo valore e ricchezza a tassi nettamente superiori a quelli della concorrenza. Con una posizione molto debole nel mercato del cloud computing rispetto alla concorrenza, senza alcuna strategia nel mondo dei social network (ai quali Jobs e poi Cook hanno peraltro ribadito di non essere mai stati interessati) e in ritardo su alcune tecnologie ritenute strategiche per il futuro (come il "computer indossabile" rappresentato dai Google Glass, gli occhiali smart di Google), Apple è al centro del mirino e tra poche ore, sul palco del Moscone center, condannata ad innovare o a rischiare un declino difficilmente arrestabile anche da un eventuale cambio al vertice con Jony Ive.

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