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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2013 alle ore 17:56.

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Fotosintesi infrarossa: fonte di energia per forme di vita aliene?Fotosintesi infrarossa: fonte di energia per forme di vita aliene?Fotosintesi infrarossa: fonte di energia per forme di vita aliene?Fotosintesi infrarossa: fonte di energia per forme di vita aliene?Fotosintesi infrarossa: fonte di energia per forme di vita aliene?Fotosintesi infrarossa: fonte di energia per forme di vita aliene?

Uno dei luoghi oggi considerati più promettenti per ospitare forme di vita aliena è Europa, satellite di Giove sotto la cui superficie ghiacciata si cela forse un oceano di acqua liquida. Ma come potrebbe sostentarsi un ecosistema che non vede mai il Sole? Secondo un articolo pubblicato su Astrophysics and Space Science, parte dell'energia necessaria potrebbe derivare da fotosintesi, alimentata da luce infrarossa di provenienza non solare.

Lo studio, firmato da Rolando Cardenas dell'Università cubana di Las Villas e da altri ricercatori, prende spunto dalla scoperta fatta otto anni fa da Thomas Beatty e Robert Blankenship, che all'interno di una sorgente idrotermale sul fondo del Pacifico, a circa 2.400 metri di profondità, reperirono batteri clorobi in grado di sfruttare la luce geotermica (radiazione infrarossa generata dal rapido raffreddamento dell'acqua surriscaldata della sorgente a contatto con quella oceanica) per alimentare le reazioni chimiche necessarie alla sopravvivenza.

Non potendo studiare direttamente tali rarissimi batteri, l'equipe di Cardenas ha creato un modello matematico per calcolare il potenziale fotosintetico presente intorno alle sorgenti. A quella profondità l'apporto dovuto alla luce visibile è trascurabile, e la fotosintesi ha a disposizione solo luce infrarossa. Il risultato dei calcoli, coerente con le
osservazioni di Beatty e Blakenship, è che i clorobi hanno a disposizione a malapena l'energia necessaria per sopravvivere.

Tuttavia non è difficile immaginare forme di vita capaci di cavarsela meglio. I batteri terrestri riescono a usare luce infrarossa per la fotosintesi fino a una frequenza massima di 1.000 nm. Un ipotetico batterio alieno in grado di sfruttare la luce infrarossa fino a 1.300 nm potrebbe prosperare sul fondo degli oceani di Europa, dove si ipotizza che esistano sorgenti idrotermali simili a quelle terrestri. Basterebbe che i clorobi terrestri fossero in grado di arrivare a 1.100 nm per metterli in grado di sopravvivere in quelle condizioni.

Si tratta ovviamente solo di supposizioni, che potrebbero rivelarsi infondate. Ma del resto, si stanno moltiplicando sulla Terra le scoperte di batteri in luoghi ritenuti inadatti alla vita, come appunto le sorgenti idrotermali oceaniche. Perché allora non intorno a Giove?

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