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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2013 alle ore 17:10.
La Corte suprema all'unanimità ha decretato che i geni isolati a partire dal corpo umano non possono essere protetti da brevetto, ma può essere invece brevettato il materiale genetico di natura sintetica.. Una vittoria per i medici e i pazienti che sostenevano che questa possibilità avrebbe interferito con la ricerca scientifica.
La causa coinvolge Myriad Genetics, azienda di biotecnologie con sede a Salt Lake City, che possiede i brevetti di due geni. Si chiamano BRCA1 e BRCA2 e possono indicare quante possibilità ha una donna di sviluppare un cancro al seno o alle ovaie. Clarence Thomas, un giudice della Corte, ha sostenuto che i geni isolati da Myriad siano un prodotto della natura e per questo impossibili da proteggere con una licenza.
Il caso era stato portato davanti alla Corte suprema nel 2009 da un gruppo di pazienti e medici che denunciava il comportamento dell'azienda di Salt Lake City: detenendo il marchio dei geni in questione aveva l'esclusiva commerciale negli Stati Uniti su tutti i test genetici per scoprire la predisposizione di una donna ai due tipi di tumori. La coalizione sosteneva anche che il possesso dei brevetti avrebbe permesso a Myriad di dettare le regole degli screening e anche dissuadere dal fare ricerca gli altri laboratori. L'azienda si è sempre difesa dicendo che le licenze erano frutto di anni di ricerca e di investimenti economici, aggiungendo: questa sentenza dissuaderà le altre aziende di biotecnologie a stanziare denaro per nuovi studi sui geni. La Corte ha dato ragione al gruppo di medici e pazienti.
Tutt'altra posizione invece sul Dna sintetico: secondo la Corte può essere brevettato. Gli osservatori parlano di un compromesso che apre nuove opportunità per lo sviluppo dei servizi diagnostici, compresa la possibilità di analizzare un maggior numero di geni in una sola volta.
"La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti secondo la quale il Dna umano non può essere brevettato è una sceltà di assoluto buon senso" commenta il professor Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, secondo il quale, fra l'altro, presto ciò si tradurrà in un abbattimento dei costi dei test genetici.
"È una polemica che viene da lontano - aggiunge - legata ai grossi investimenti fatti da società soprattutto nord-americane. La scelta della Corte Suprema ribadisce quanto già ribadito dalla Società europea di genetica umana e dalla Società italiana del genetica umana: non si può brevettare qualcosa che è già stato "creato", che è già presente biologicamente in natura giunto a noi attraverso l'evoluzione. Quello che si può brevettare è solamente la tecnologia o qualcosa di costruito sinteticamente". "Viene meno - continua il professor Dallapiccola - anche l'argomento sollevato da coloro che facevano forti investimenti finalizzati alla ricerca di nuova geni. Se questo era vero in passato, infatti, oggi i costi si sono abbattuti e ancora di più lo saranno nel prossimo futuro. Nel giro di pochi anni, per esempio, sarà possibile ottenere un'analisi completa del genoma umano nell'arco di una giornata e con soli 100 euro".
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