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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2013 alle ore 21:06.

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Il suo nome è Nilin, vi ricorderete di lei - Foto

C'era una volta la fantascienza che sapeva giocare con l'esplorazione di noi stessi e la poltica. Erano racconti dove l'idea di futuro era applicata all'architettura delle città. Mentre la storia si strutturava come un viaggio alla ricerca di noi stessi. Su questa falsariga si muove il videogioco "Remember Me" (Xbox 360, pc e Ps3), opera prima di Dontnod, neonata casa di sviluppo francese.

Nel 2084 la multinazionale Memorize ha scoperto come trarre profitto dai ricordi. Ha sviluppato Sensation Engine (Sensen), un impianto cerebrale che permette di scaricare e condividere la memoria delle persone. A Neo Paris la corporation ha instaurato uno stato di polizia controllando la memoria della popolazione e commerciando con il big data dell'anima. L'eroe buono si chiama Nilin, una "errorista", una ribelle, fiscicamente un po' Charlize Theron in Aeron Flux. Di mestiere è una cacciatrice di ricordi con il potere di poter manipolare i ricordi. Lo scoprirà però solo dopo essere fuggita dalla prigione nella Batiglia, condannata a essere privata dei propri ricordi.

L'estetica è il tratto più riuscito del gioco. Le tute bianche, i pannelli interattivi, gli ologrammi contrastano con la sporcizia di Neo Paris, una Bangkog cyberpunk mirabile in ogni dettaglio. Lo stile dei palazzi, le invenzioni architettoniche che collegano un edificio all'altro ma anche una splendida colonna sonora di musica sinfonica rendono questo videogioco diverso dagli altri, in certi passaggi epico come solo Blade Runner (il film) ha saputo essere. Tuttavia, l'indiscutibile talento del team non riesce però a farsi perdonare una linearità eccessiva del gameplay. I combattimenti sono alla lunga noiosi. Lo sviluppo della trama soffre di una confusione di fondo che distrae. Anche l'esplorazione della città non riserva mai sorprese sotto il profilo delle meccaniche di gioco.

Eppure sono molte le idee nuove. Come ad esempio la possibilità di navigare i ricordi come se fossero filmini casalinghi per modificarli. O anche le combo personalizzabili dei combattimenti. Pure, la traduzione della memoria in pixel quadrati brillanti è di sicuro effetto. Sotto questo profilo paradossalmebte il gioco di Capcom riesco laddove gli altri di solito faticano. Hanno saputo inventare un mondo coerente e interessante (cosa rara). Ma non hanno saputo renderlo giocabile.

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