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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2013 alle ore 08:27.

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Tutto. È la risposta alla domanda «cosa hanno in comune il mondo fibrillante e in continuo movimento dell'ingegneria e l'atmosfera lenta e rilassante delle biblioteche e dei musei?». Sono i makerspace, i luoghi storici del sapere contagiati dalla cultura del fare e dalle nuove tecnologie. Il parterre dei prodotti hi-tech che sta per bussare alle nostre porte è piuttosto nutrito: stampanti 3D, console da gioco che non servono più solo per giocare, laser cutter, elettrodomestici "intelligenti", entertainment eccetera.
La vera rivoluzione digitale passa anche da biblioteche e musei che diventano luoghi del fare e non solo del contemplare, una dinamicità che nasce negli Usa e che è già approdata anche in Italia con YouLab, "American Corner" nato all'interno della Biblioteca San Giorgio di Pistoia grazie alla collaborazione con l'Ambasciata Usa in Italia. Un centro di innovazione digitale grazie al quale gli utenti, per lo più un target giovane, possono trovare, conoscere e utilizzare strumentazioni tecnologiche come ad esempio la stampante 3D «MakerBot Replicator™ 2» per realizzare prodotti digitali. Ma basta una stampante 3D o un laser cutter per proiettarci in un futuro ad alto impatto tecnologico? Concetto espresso in modo più sofisticato da Neil Gershenfeld, docente del Mit e ideatore dei FabLab, ospite in Italia in occasione del 6° Spring Event (simposio organizzato dall'Ambasciata americana e dalla American University of Rome): «Alle persone non basta assistere ad una mostra, vogliono farne una» . Alla diffusione contribuiscono anche i potenti, come ad esempio Barak Obama che ha speso parole altisonanti: «I giovani devo essere incoraggiati a creare, inventare e costruire. Essere creatori e non solo consumatori, ma occorrono investimenti mirati e sostenibili». Ed è proprio questo l'obiettivo dei laboratori del fare come quello di Pistoia nato sulla scia degli altri «450 american corner presenti del mondo» come spiega Karen Hartman, information resource officer dell'Ambasciata americana a Roma, «aprire makerspace e laboratori digitali nelle biblioteche è una tendenza negli Usa e siamo orgogliosi di avere contribuito a portare in Italia un laboratorio del fare dove i fruitori possono apprendere l'utilizzo delle tecnologie digitali, promuovere lo spirito creativo e l'imprenditorialità da protagonisti attivi».
Uno degli esempi più interessanti di makerspace e «motivo di costante ispirazione» come spiega Maria Stella Rasetti, direttrice della biblioteca San Giorgio e coordinatrice di YouLab, «è lo spazio YouMedia della biblioteca pubblica di Chicago, un luogo speciale dove gli adolescenti e i giovani adulti possono familiarizzare con le nuove tecnologie, imparando a padroneggiare i diversi strumenti in un contesto caratterizzato dall'apprendimento peer-to-peer e in un'atmosfera amichevole e rilassata. La biblioteca di Fayetteville con il suo FabLab sta lavorando molto bene, mentre per i musei un punto di riferimento è quello di Newark».
Per aprire il makerspace a Pistoia, la biblioteca ha potuto contare su un finanziamento di 50mila dollari stanziato dal Governo degli Usa. «Tutte le risorse sono state investite – continua Maria Stella Rasetti – per acquistare la tecnologia: telecamere e fotocamere professionali, un intero set cinematografico, computer, tablet, tavole da disegno, una stampante 3D, flipcam, sportscam, un kit Arduino. E ancora una piccola biblioteca in inglese e in italiano sulle nuove tecnologie, i social media».
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