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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2013 alle ore 18:18.

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Si può misurare la bellezza di un paesaggio? Sì, con i social network

Come si fa a quantificare il "valore estetico" di un paesaggio? C'è chi ha pensato di farlo contando le foto condivise in un social network.
Avviene in una ricerca dell'università di Exeter, pubblicata sulla rivista scientifica online Plos One e firmata da Stefano Casalegno, che si propone di valutare la covarianza (cioè l'interdipendenza) tra la qualità estetica di un ecosistema e altri valori più prosaici come la produzione agricola e il carbonio trattenuto nel suolo.

Conoscere la relazione reciproca tra i vari "servizi" di un ecosistema (cioè i benefici che questo può portare agli esseri umani) è molto utile per chi deve gestirne le risorse. Gli studi di questo tipo tendono però a concentrarsi sui benefici materiali, lasciando in ombra quelli puramente culturali, che sono difficili da quantificare, ma altrettanto importanti.
Le precedenti ricerche che hanno tentato di stimare il valore culturale di un territorio hanno preso in considerazione variabili come il numero di visitatori, la spesa in attrazioni turistiche o persino il numero medio di giorni trascorsi a pescare.
Casalegno ha invece deciso di basarsi sul numero di foto condivise sul social network Panoramio, che permette di associare le immagini alle coordinate geografiche del luogo in cui sono state scattate.

Sono state prese in considerazioni 55 località della Cornovaglia, tra cui tutti i principali centri urbani, corrispondenti a ben 113.686 fotografie condivise online. I punti di interesse risultano trovarsi principalmente sulla costa.
Dai dati raccolti risulta che il valore estetico dei luoghi varia in maniera inversa alla densità di popolazione, e che in alcune aree anche l'attività agricola è correlata negativamente con la bellezza percepita del paesaggio. Più in generale si è trovato che, a differenza di quanto emerso da ricerche precedenti, esiste un rapporto misurabile tra l'estetica e altri valori dell'ecosistema. A dimostrare che i "big data" che oggi abbiamo a disposizione permettono di analizzare con grande finezza i rapporti complessi tra le cose.

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