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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2013 alle ore 15:08.

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Rapporto Vem: Tengono in Italia gli investimenti in start-up innovative

Tengono in Italia gli investimenti in start-up innovative e aumenta la cooperazione fra i business angel e i fondi istituzionali. In uno scenario europeo in flessione, l'ammontare investito dagli operatori nazionali di "early stage" (quelli cioè concentrati sulle prime fasi di sviluppo di un'impresa) è risultato nel 2012 in linea con l'anno precedente. A scattare la fotografia è la seconda edizione del rapporto sul settore curato da Iban (l'associazione dei business angel) e dall'osservatorio Venture capital Monitor (VeM) dell'università Liuc di Castellanza su dati dello scorso anno.

E se la tenuta del mercato italiano è spiegabile con la sua relativa immaturità rispetto ai principali paesi europei (i dati del rapporto rivelano una dimensione di 80 milioni di euro, molto inferiore a quella di Francia, Germania o Regno Unito), a condizionarne l'andamento dopo 5 anni ininterrotti di crescita è stato il calo del capitale apportato dai business angel. Gli investitori singoli amanti delle start-up hanno messo sul piatto il 40% in meno rispetto al 2011; una contrazione ha spiegato questa mattina Tomaso Marzotto Caotorta di Iban dovuta a "una diversa modalità di investire". "Essendo slittate alcune uscite degli investitori dal capitale delle imprese a causa della crisi, è cambiato il modo di procedere dei business angel – ha aggiunto Marzotto Caotorta -. Si fanno operazioni più piccole ma in cordata, con il risultato che le imprese ricevono investimenti più consistenti, ma da un numero maggiori di operatori". L'ammontare medio scommesso dagli angel, è passato infatti dai 180 mila euro a operazione del 2011 ai 360 mila euro nel 2012.

La maggiore oculatezza negli investimenti, sembra avere avuto anche un altro effetto: cresce il numero delle operazioni in cui sono presenti sia investitori singoli che fondi, con 14 investimenti in tandem rispetto ai 9 del 2011. "In un mercato in rapida evoluzione la crescente collaborazione tra angel e fondi è un punto di partenza" sostiene Jonathan Donadonibus di VeM. E la cooperazione è intensa soprattutto nel settore del "seed", quello cioè in cui si seminano le idee per creare una start-up e in cui sono richiesti investimenti di taglio minore.

"Il 20% degli investimenti effettuati sia dagli angel che dai fondi è stato in start-up innovative – ha commentato Francesco Torelli dello studio legale Bird&Bird, specializzato nel settore – Un dato interessante soprattutto se si considera che la legge sulle start-up innovative è stata introdotta dal nostro ordinamento solo a fine 2012". Non ci sono grandi novità, invece, sul profilo medio dell'operazione di "early stage": la Lombardia pesa per circa un terzo del mercato, mentre sui settori di investimento la parte del leone continua a farla l'Ict che è primo per interesse con poco meno della metà degli investimenti totali e focus soprattutto su web e mobile.

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