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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2013 alle ore 18:13.

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L'inquinamento causa il cancro ai polmoni. Adesso c'è la prova

C'è la prova: l'inquinamento è cancerogeno. Lo conferma una maxi ricerca europea
condotta su 300mila persone residenti in 9 Paesi europei, fra cui l'Italia seguiti per 13 anni. Allo studio hanno collaborato 36 centri e oltre 50 ricercatori, i quali hanno concluso che esiste davvero un legame tra smog e cancro al polmone. E l'Italia, purtroppo, ha le città con l'aria peggiore fra tutte le capitali europee considerate.

Fra i veleni analizzati, anche le polveri sottili Pm10 e Pm25 - quelle per cui la domenica si chiudono le città al traffico -. Dallo studio, pubblicato su Lancet Oncology, emerge che per ogni incremento di 10 microgrammi di Pm10 per metro cubo presenti nell'aria, il rischio di tumore al polmone aumenta di circa il 22 per cento. Dal campione monitorato (312.944 persone tra i 43 e i 73 anni) hanno sviluppato un tumore al polmone in 2.095.

Lo studio dimostra inoltre che non basta mantenersi al di sotto dei valori soglia previsti dalle attuali normative della Comunità europea in vigore dal 2010 (particolato al di sotto dei 40 microgrammi per metro cubo per il Pm10 e al di sotto dei 20 microgrammi per i Pm2.5). Anche rispettando i limiti di legge, non si esclude del tutto il rischio di tumore al polmone, essendo l'effetto presente anche al di sotto di questi valori, precisano gli scienziati.

«Per il carcinoma al polmone la causa principale - commenta Vittorio Krogh, epidemiologo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano tra i firmatari della ricerca - resta comunque il fumo, ma l'inquinamento è un fattore di rischio aggiuntivo. Inoltre, agli inquinanti atmosferici sono esposti tutti, indistintamente, e c'é pochissimo controllo da parte dell'individuo. Invece, si può decidere di smettere di fumare».

Lo studio é stato innovativo, rispetto a ricerche simili svolte in passato, perché sono state esaminate individualmente le oltre 300mila persone coinvolte: «Sono state messe insieme diverse coorti d'Europa e le persone sono state seguite individualmente, valutando stato di salute e i vari fattori ambientali (fumo, alimentazione, etc.): si tratta di un'indagine molto pulita e difficile da contestare» ha dichiarato Krogh.

«L'Europa, per esempio per il Pm 10, ha questo limite massimo di 40 microgrammi per metrocubo, ed é già un livello basso rispetto agli altri paesi occidentali. Ma forse bisognerebbe essere ancora più prudenti anche considerando che spesso questi limiti sono superati per lunghi periodi di tempo, soprattutto nel Nord Italia», ha concluso lo scienziato.

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