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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2013 alle ore 14:37.

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Il mistero del depeering che rischia di cambiare la natura della rete

Le reti tlc europee stanno abbandonando i sistemi di peering aperti e gratuiti ed è il primo passo per la nascita di un nuovo modello di internet: verso l'offerta di servizi e contenuti a qualità garantita. La sfida sarà farlo senza violare la neutralità della rete, ossia quegli equilibri che hanno supportato internet come la conosciamo ora, fucina di innovazioni e aperta a una pluralità di soggetti.
Sono due le notizie che mostrano questa tendenza emergente. La prima riguarda Telecom Italia: ha chiuso il peering aperto e gratuito, che manteneva dal 1996, dagli albori della rete. Il peering (interconnessione) è lo scambio di traffico con altri operatori ed è necessario perché gli utenti raggiungano altri utenti e contenuti situati su reti diverse dalla propria. Telecom continua a fare peering privato con gli operatori maggiori, mentre ora ai minori ha cominciato a proporre interconnessioni a pagamento (ha imposto loro il cosiddetto "depeering"). Di qui le proteste di Aiip (Associazione dei principali provider italiani) e del Mix di Milano (che gestisce l'interconnessione dei provider in un'infrastruttura neutrale).
L'altra notizia è l'indagine che l'Antitrust Ue ha aperto su grandi telco europee, Orange, Telefonica e Deutsche Telekom, che già da tempo hanno abbracciato il depeering. A quanto riportano fonti del Wall Street Journal, l'Antitrust vuole scoprire appunto se questa pratica non abbia un profilo anticoncorrenziale.
Che il depeering sia solo un tassello di un quadro più grande lo conferma la stessa Telecom Italia, a Nòva24: «È il primo passo per rendere più efficienti ed evolute le interconnessioni alla base della internet italiana. Vogliamo creare una piattaforma collaborativa con tutti gli attori – compresi gli over the top (come Google, ndr) – per offrire ai clienti servizi e contenuti a qualità garantita», dice Alessandro Talotta, il responsabile degli affari regolamentari.
«L'attuale modello, che comprendeva anche il peering gratuito, è un colabrodo di interconnessioni che non garantisce un effettivo passo in avanti dell'esperienza utente su internet – continua Talotta –. Anche le connessioni in fibra ottica Vdsl2 che stiamo offrendo non permettono di accedere a certi contenuti – come Youtube – con una qualità nettamente migliore rispetto all'Adsl.
Questo perché ci sono colli di bottiglia su internet che possiamo superare solo con nuove forme di interconnessioni tra operatori e fornitori di contenuti». Insomma, Telecom e altri operatori guardano a un modello che da una parte giustifichi le nuove reti in fibra e dall'altra supporti contenuti e servizi premium, «come i film Hd che Youtube offre a pagamento negli Usa», dice Talotta.
«Questa di Telecom è una mossa destabilizzante per la internet italiana – ribatte Valeria Rossi, general manager del Mix –. Va nella direzione di una rete totalmente sotto il controllo di Telecom. È vero che gli altri operatori europei non hanno peering pubblico e aperto, ma almeno permettono un'interconnessione in datacenter neutrali. Telecom invece, dopo il depeering, impone di interconnettersi nelle sue centrali, non avendo ancora approntato le strutture per farlo presso il Mix», aggiunge. Telecom assicura che sta lavorando per consentire interconnessioni anche al Mix e che il depeering non danneggia i provider. La questione è controversa. «Vediamo che gli utenti degli operatori minori ora hanno tempi di latenza molto più alti di prima, per raggiungere i siti ospitati da Telecom, come l'Inps, l'agenzia delle Entrate e vari ministeri», dice Rossi. Questo avviene perché gli operatori hanno scelto di fare peering con soggetti stranieri in sostituzione a Telecom. «Il depeering è illegittimo, anche considerando che Telecom ha una quota di mercato record in Europa e che, a differenza di altri operatori europei, ospita siti anche della pubblica amministrazione sulle proprie reti», afferma Renato Brunetti, presidente di Aiip. Lo scontro tra le due visioni di internet sembra ormai inevitabile.

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