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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2013 alle ore 08:23.

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La lavanderia "intelligente" riesce a battere la crisi grazie all'innovazione. Accade a Mortara, in provincia di Pavia. Fino a qualche anno fa semplice lavasecco, la lavanderia Lampo ha digitalizzato le attività e personalizzato l'offerta. E le commesse sono incrementate. Oggi si affidano alla lavanderia brand come Nokia, Microsoft, Air France, Alitalia, Nestlé Italia. «Da noi ogni capo di abbigliamento ha un microchip, ovvero un'etichetta di stoffa ad altissima tecnologia, e la sua storia viene informatizzata per prevenire problemi di smarrimento o di deterioramento», racconta Rocco La Moglie, che in tempo di recessione si è concesso anche un aumento del tariffario sui servizi. «Abbiamo rinnovato alcuni contratti chiedendo il 10% in più di quel che chiedevamo in passato», precisa La Moglie.
Qualche chilometro più a est ci si può imbattere nel primo salone di bellezza "intelligente". Siamo nel lodigiano e anche in questo caso è la tecnologia il driver dell'eccellenza. Anna Josè Parrucchieri è una società di Codogno, registra un milione di euro di fatturato e ha deciso di installare dieci specchiere multimediali che permettono alle clienti di vedersi con nuovi tagli di capelli prima di decidere. «Abbiamo ridisegnato il sito internet e utilizziamo i social network per comunicare iniziative e promozioni», racconta la titolare Anna Josè Buttafava, che ha aperto due negozi anche a Lodi e a Casalpusterlengo.
La lavanderia e il salone di bellezza raccontano una nuova generazione di artigiani digitalizzati, connessi, in rete. In una parola "smart". E così si scopre che le nuove tecnologie possono conciliarsi con il lavoro artigiano. E che anzi rappresentano un'opportunità, un potenziale per lavoratori e imprenditori.
Una ricerca dell'ufficio studi di Confartigianato ha tracciato la mappa di questi nuovi artigiani smart, geolocalizzati in base alle "smart cities" d'Italia: ne è uscita fuori una perimetrazione dell'artigianato attivo nell'offerta di beni e servizi nelle città intelligenti. Lo studio evidenzia che esistono oltre 335mila imprese artigiane in 124 comuni identificati come "smart" (di cui 116 capoluoghi di provincia). Si tratta del 25,6% del totale nazionale delle imprese artigiane registrate, per quasi settecentomila lavoratori impiegati. Queste imprese sono classificate in sette ambiti, e il segmento più numeroso è quello legato alla casa (oltre 146mila), seguito dai servizi alla persona (112mila) e dalla mobilità (oltre 53mila). Un'interessante incidenza è rilevata anche nell'ambito della "smart economy", che coinvolge aziende che operano nei campi del design e della comunicazione. La mappa racconta anche di mestieri tradizionali che adottano tecnologie per offrire servizi avanzati ai propri clienti. Così il vecchio distretto industriale, polo d'attrazione di investimenti e coacervo di competenze sempre molto verticali, diventa smart.
Complici una crisi economica sempre più profonda e una necessità di innovazione costante, ecco che il lavoro mutua in reticolare, centrato attorno alle città intelligenti. «Per realizzare progetti di città smart realmente utili alla collettività bisogna partire dai bisogni espressi dai cittadini-utenti e dal coinvolgimento degli artigiani e delle micro, piccole e medie imprese che si candidano a rappresentare l'ultimo miglio delle smart cities», afferma Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato.
Ma la forza delle città intelligenti è che catalizzano energie per nuovi lavori che spesso nascono da esigenze molto pratiche. È il caso di Martino Massalini, ventottenne fondatore di SimpleSpot. A Pesaro, nella sua città, non c'era nessuna rete wi-fi gratuita disponibile. E così è nata SimpleSpot, con la prima sede nella mansarda di casa e tra i primi clienti amici e parenti. «Siamo cresciuti in fretta e SimpleSpot è diventato l'infrastruttura tecnologica del wi-fi del Comune. Con un'unica password è possibile navigare in modalità wi-fi gratis in tutta la città», racconta Massalini. D'altronde le città intelligenti presuppongono sempre cittadini e lavoratori intelligenti.
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i numeri «intelligenti»
335.390 Le imprese artigiane nelle smart cities
146.424 Le aziende artigiane nel segmento casa
124 Le smart cities in Italia

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